MAMMA, PAPÀ, VI CHIEDO SCUSA
Ti scrivo perché devo delle scuse ai miei genitori e non ho il coraggio di guardarli in faccia e porgergliele a voce, né di chiedere loro un abbraccio e una mano per prendere il controllo della mia vita. Vorrei tornare a tre anni fa quando, raggiunta la maturità classica, avevo davanti grandi scelte da compiere. Vorrei cancellare quelle che ho fatto e scegliere di nuovo, con il senno di oggi. Vorrei non avere preso la facoltà di Economia, né l’università poco lontana da casa con cui mi sono costretta a rimanere nella mia città. Vorrei avere avuto il coraggio di scegliere il percorso di studi che mi appassionava, e di andare via. Ho sbagliato a cullarmi nella comodità di casa. Sono rimasta figlia invece di diventare me stessa. Ho davanti il vuoto e alle spalle il fallimento: solo sei esami. Chiedo scusa a mia madre e a mio padre, che meriterebbero la gioia di una figlia laureata con il massimo dei voti e la tesi con la dedica «Ai miei genitori». Chiedo scusa perché in questa eterna lotta tra ciò che sono e ciò che vorrei essere davvero, le spese le pagano loro. Ancora una volta vorrei il loro conforto, la loro assoluzione. Mi angoscia la paura che mi vedano per quella che sono. —ANONIMA
«Mi angoscia la paura…». In una sola frase sei riuscita a citare due volte la ditta famelica che grava sulle nostre vite con la missione sociale di opporre resistenza al cambiamento. La «Angoscia & Paura». Paura di perdere, di perdersi, di sognare sogni troppo grandi. Angoscia di sbagliare e di seguire la voce infallibile dell’intuizione anziché i percorsi rassicuranti del buon senso. Quante scelte si compiono ogni giorno sulla spinta della paura. C’è chi rimane in una storia d’amore finita o mai realmente cominciata per terrore della solitudine; chi non si licenzia da un lavoro che lo abbrutisce per il timore, suffragato dalle statistiche, di non riuscire a trovarne uno più adatto; chi si iscrive al corso di studi sbagliato per non rinunciare alle certezze e alle comodità della vita di sempre. Le scelte di paura sono sorrette da ragionamenti ineccepibili e suggellate dal marchio di garanzia del pensiero dominante: «Perché mollare questo ragazzo che ti vuole bene per inseguirne uno che magari ti farà soffrire? Tutti gli amori alla lunga appassiscono e tra qualche anno ti ritroverai insoddisfatta come adesso. Tanto vale farti piacere quello con cui stai e toglierti certi grilli dalla testa. Cresci!»; «Licenziarti da un posto sicuro con la penuria di lavoro che c’è in giro? E per cosa, poi? Per inseguire la chimera della realizzazione personale? Scendi dalle nuvole e cresci!»; «Le facoltà economiche e scientifiche sono le uniche che garantiscono un futuro e ne hai una sotto casa. Vorresti rinunciarvi per andare dietro a un capriccio? Lascia perdere e cresci!». Così, paura dopo paura, si cresce: cioè si diventa sempre più piccoli. Rattrappiti. A volte meschini. La sofferenza da cui la scelta di paura voleva preservarti arriva lo stesso, ma in forme più subdole: depressione, cinismo, pensieri chiusi. Vuoi provare a ribaltare il tuo punto di vista? Non vedrai più una ragazzina sconfitta che ha perso l’occasione della sua vita e passerà il tempo restante a compiangersi e a dipendere dall’approvazione dei genitori. Scoprirai invece una giovane donna sensibile e matura che sa analizzare i propri insuccessi con lucidità e ha già assimilato una lezione che nessuna università trionfale avrebbe mai potuto insegnarle: che nella vita non esistono scelte giuste o sbagliate, ma scelte di passione e scelte di calcolo, scelte di coraggio e scelte di paura. E le prime sono sempre giuste, anche se all’inizio appaiono le più difficili. Il problema è distinguere il coraggio dall’incoscienza. Dipende tutto dalla fonte d’ispirazione della tua scelta. Se parte dalla testa, è probabile che comandi la paura. Se dalla pancia, che a dettarla sia l’incoscienza. Le scelte di passione e di coraggio sgorgano direttamente dal cuore. Termine romantico per definire la vocina interiore che ti sussurra incessantemente ciò che è veramente giusto per te. L’intuizione. Riattivala e ti accorgerai che ha già in serbo le mosse giuste. Come dicono gli indiani, alla fine andrà tutto bene e se adesso non va bene vuole solo dire che non è ancora la fine.