JARED LETO DIVENTA CATTIVO
Il Joker è uno dei cattivi più famosi nella storia dei fumetti e del cinema. Come è riuscito a farlo diventare suo? «Sapevo che dovevo creare qualcosa di nuovo, e l’unico modo che avevo per farlo mio era andare in una direzione completamente diversa. Il bello è che non ho avuto regole. Vede, quando si accetta un ruolo, qualsiasi ruolo, si diventa in parte investigatori e in parte scrittori». I vecchi film li ha guardati? «Per studiare sì, certo. Ma poi ho fatto in modo di dimenticare tutto, ho cominciato davvero da zero a costruire il personaggio». Il suo Joker ha anche emozioni e sentimenti? «È uno che gode moltissimo nel compiere atti violenti e manipolatori. La violenza è una sinfonia e lui ne è il direttore d’orchestra. Inoltre, ha una sensibilità particolare, sa sempre cosa usare per far male alle persone». Dicono che lei abbia fatto scherzi crudeli agli altri membri del cast, che fosse sempre nel ruolo, anche quando non girava. «Ho fatto quello che ritenevo necessario per lavorare bene, per ottenere una buona performance. Tanti prima di me hanno interpretato il Joker, e io volevo rendere giustizia all’ottimo lavoro svolto in precedenza. Un ruolo così non è un lavoro part time, è qualcosa in cui ti devi immergere completamente e che prende il controllo della tua vita, ma è un processo necessario». Artista come definizione le piace? «È quello che sono. Sono stato musicista prima di diventare attore, e prima ancora ho fatto il pittore. Per me è sempre stato importante rimanere in contatto con la mia parte creativa, condividere ed esplorare strumenti di comunicazione nuovi». La campagna Carrera 2016, di cui è protagonista, è dedicata agli anticonformisti e agli innovatori. Lei si considera tale? «Non spetta a me dirlo, sarebbe presuntuoso. Di sicuro ho sempre marciato al mio ritmo, e le scelte che ho fatto sono sempre state autentiche rispetto all’uomo che sono. La campagna comunque è pensata per celebrare non me, ma tutti gli innovatori del mondo, e infatti il processo più interessante è stato selezionarli: sportivi, ballerini, musicisti, imprenditori». Dov’è oggi la vera innovazione? «Penso all’inventore di Uber o a quello di Airbnb o, ancora più indietro, a Zuckerberg: con le loro idee hanno cambiato la nostra vita. Credo che oggi la creatività sia molto nell’imprenditoria: mi riferisco anche a chi fa ricerca nel campo della salvaguardia dell’ambiente, o a chi è già proiettato nei viaggi spaziali». A proposito: so che lei è anche imprenditore e che sostiene economicamente diverse startup. «Suonare in una band e avviare un’azienda sono due cose che hanno molto in comune: entrambe cominciano da un gruppo di ragazzi chiusi in un garage con le loro idee».