Vanity Fair (Italy)

PASTAFROLL­A?

MA LE NOSTRE BANCHE SONO DI

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Le banche italiane sono le più solide d’Europa!». Il ritornello viene ripetuto più o meno da tutti i governi, anche da quello in carica. Poi, puntualmen­te, arriva la realtà a spiegare che le cose non stanno così. Dopo gli stress test di fine luglio – una verifica della solidità degli istituti di credito fatta simulando l’impatto sul bilancio e il capitale di scenari economici complessi – il mercato ha risposto negativame­nte. Segno che le Borse non si fidano delle nostre banche e neanche dei test effettuati. Già, ma perché? Secondo l’Autorità bancaria europea, il patrimonio delle banche dell’area euro è del 13 per cento, superiore al 12,3 delle banche americane, come stabilito dalla Federal Reserve di New York. Questa solidità dovrebbe supportarl­e in una fase in cui i margini di guadagno sui prestiti sono quasi a zero. Eppure, dall’inizio dell’anno, l’indice azionario delle banche europee è crollato del 34,6 per cento, mentre quello del Dow Jones, l’indice americano, ha perso solo il 10.

Come si spiega? Ma soprattutt­o: che cosa sta succedendo alle banche italiane? «In questo momento», dice a Vanity Fair l’economista Mario Seminerio, curatore del popolare blog phastidio.net, «tutto il comparto bancario in Europa sta soffrendo. All’interno di questa sofferenza, le banche italiane non sono neanche il vaso di coccio tra i vasi di ferro, ma il vaso di pastafroll­a tra i vasi di coccio; hanno una vulnerabil­ità che il mercato reputa maggiore rispetto a quella delle banche europee». L’unica banca italiana davvero in salute è Intesa Sanpaolo, come dimostrano anche i risultati degli stress test. «L’Italia», argomenta Seminerio, «è un Paese che cresce poco o nulla, e questo non aiuta la redditivit­à e l’attività bancaria. E in un Paese che non cresce, i crediti incagliati e le sofferenze aumentano» (i crediti in sofferenza sono quelli erogati dalle banche a soggetti che diventano insolventi e A cinque anni dai raid antiGhedda­fi, gli Stati Uniti hanno ripreso a bombardare la Libia per liberare Sirte, roccaforte dello Stato islamico, in un’operazione di almeno 30 giorni. L’Italia offre l’uso della base di Sigonella. Qui, un soldato libico fedele al governo di Serraj, alleato degli Usa. che non possono restituire il prestito). «Poi ci sono i tassi a zero, o negativi, che la Banca centrale europea usa per tenere in piedi la baracca e che è causa ed effetto della debolezza generale europea. La politica dei tassi zero o negativi colpisce tutte le banche e danneggia la loro redditivit­à caratteris­tica».

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BOMBE SU SIRTE
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