Il potere del contorno
Da dove arriva l’ispirazione per un thriller? Lo abbiamo chiesto a un autore che di mestiere fa il giornalista di cronaca nera
n intrico di cunicoli sotterranei in penombra, caldo asfissiante, umidità che toglie il respiro, atmosfera da serra, tra Viaggio al centro della Terra e Sussi e Biribissi. È una piantagione di marijuana scoperta qualche anno fa dalla finanza nel sottosuolo di Roma, periferia sud est. Dopo la conferenza stampa, insisto per una sorta di visita guidata e, a malincuore, vengo accontentato. Quando emergo ho la piacevole sensazione di aver fatto una sauna completamente vestito ma, neanche 5 ore dopo, la piantagione è la location di un brano del mio romanzo, Ossessione proibita (2013), protagonista Marco Corvino, il mio alter ego letterario. Succede di continuo: la scena di un omicidio, un’indagine difficile, gli uffici del nucleo investigativo dei carabinieri, una sparatoria in strada. Tutti spunti preziosi per un giornalista con velleità letterarie. Quarant’anni di nera forniscono una mole poderosa di materiale da cui attingere ma… Il problema è che un romanzo non è un pezzo di cronaca e questo sembra lapalissiano. Conoscere poliziotti, carabinieri e
Umagistrati, sapere come funziona un’inchiesta giudiziaria, essere un esperto di indagini scientifiche non basta. I personaggi devono vivere: non solo azione ma anche sentimenti, emozioni, dubbi, problemi personali. Un altro scoglio su cui il giornalista-scrittore s’incaglia spesso è il dialogo. Abituati alla tecnica dell’intervista, ne facciamo quasi sempre un semplice scambio di informazioni. In realtà, spesso, i contorni sono più importanti della sostanza. L’atmosfera, a mio modesto parere, in un noir è tutto: il lettore deve avere l’impressione di entrare, di persona, nella stanza degli investigatori o in un bar di malavitosi. Modi di dire, di comportarsi, di vestire, di atteggiarsi che possono sembrare secondari, nella trama, molte volte ne sono il succo. Questa consapevolezza, nel corso di tredici romanzi pubblicati con Newton Compton (in tutto hanno venduto 200 mila copie, ndr), mi ha costretto a resettare da cima a fondo il mio modo di scrivere. Ed è l’unico consiglio che posso dare a chi vuole intraprendere la stessa strada: guardare la realtà da una prospettiva diversa, non frontale ma laterale. Io ci sto ancora lavorando. di Massimo Lugli (Newton Compton, pagg. 384, ¤ 9,90) è l’ultimo capitolo (in uscita il 25/8) della trilogia romana, iniziata a giugno, che ruota attorno alla strana amicizia tra Vasile, schiavo in un campo rom, e Flavio, ragazzo ricco e viziato.