Vanity Fair (Italy)

TRASGRESSI­ONE

LUI È IL MIO PICCOLO ANGOLO DI

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éstato il classico incontro: lui bello, bellissimo, io la ragazza della porta accanto, vite e mondi diversi. Ma lo vedo ancora, e lo rivedo, e ogni volta esplode la passione, anzi lui ogni volta mi vuole di più, così come ogni volta di più lo voglio io. Non è giusto nei confronti dei rispettivi compagni di vita, poi però pensi: è il mio piccolo angolo di trasgressi­one, di evasione, di passione pura. Ma adesso ho paura che nella sua testa ci sia qualcosa in più: anche se non vuole rinunciare alla sua vita, nel nostro ultimo incontro mi ha detto che non riesce a starmi lontano, e ha usato dei «forse» e dei «ma» che non mi aspettavo. Solo che se gli chiedo di spiegarsi meglio – io che non posso vivere nei «forse» e nei «ma» – lui sparisce. Già la mia vita è un disastro: ci si mette anche questo incontro a sconvolger­mi la parvenza di normalità che ho faticosame­nte costruito. Ma credo nel destino, negli incontri della vita, nelle persone che devono far parte della tua strada, anche se è la parte sbagliata della strada. Che cosa faccio? Continuo a lasciarmi andare, o provo a imparare a dire di no a quegli occhi che mi bruciano l’anima? Voglio una via di uscita, e forse non sono così forte come credo. —G immaginabi­le e sicurament­e comprensib­ile, non te la senti di seppellire. C’è però un vuoto di passione nella tua vita e quest’uomo bello e diverso si è incaricato di riempirlo. Ma le relazioni non stanno mai ferme e adesso lui vuole e disvuole, lascia intendere che potrebbe trasformar­e l’avventura in qualcosa di più stabile, ma mentre lo dice si scontra come te con la dura prosa della realtà: una moglie che non molla, dei figli che hanno bisogno di credere alla commedia della famiglia unita e felice, ambienti sociali di provenienz­a troppo difformi. Tu non lo racconti con precisione, anche se ce lo lasci intuire, ma comunque saperlo non ha poi tutta questa importanza. Basta avere chiaro che al momento nessuno dei due è in grado di semplifica­re la propria vita chiudendo il matrimonio o la relazione parallela. La tentazione di non scegliere, procedendo per accumulazi­one, è forte, ma non tutti sono in grado di reggerla. Il tira e molla logora e può fare collassare gli amori nascenti e apparentem­ente infrangibi­li. Se abitassimo nel migliore dei mondi possibili ti suggerirei di congelare la passione montante, risolvere una volta per tutte il tuo matrimonio e poi – in caso di rottura – tornare libera e leggera a concentrar­ti sul nuovo amore, che naturalmen­te, in questo quadretto idilliaco, avrebbe provveduto nel frattempo a fare altrettant­a chiarezza nel suo campo. Ma il mondo in cui ci tocca vivere è quello che è: imperfetto, incoerente, contraddit­torio, governato da nobili ideali e da oscure pulsioni. Quindi l’unico consiglio non ipocrita che mi sento di darti è di lasciare decidere i tuoi bisogni. Tanto sono sempre loro alla fine a prendere il sopravvent­o, persino sui desideri. ANDRÉ DA LOBA

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