E I SAUDITI VANNO AL RITMO DEL PAPA
Dal 1° ottobre hanno adottato il CALENDARIO GREGORIANO. Nessuna svolta religiosa: è una semplice questione di quattrini
aglio degli stipendi dei politici, aumento delle bollette. Complice il crollo del prezzo del petrolio (da 90 a 30 dollari al barile), l’Arabia Saudita conosce l’austerità. Parola d’ordine risparmiare: per rendere l’economia indipendente dal petrolio è stato lanciato il programma Vision 2030. Per il primo produttore al mondo di oro nero non c’è scelta, visto il deficit di quasi 100 miliardi di dollari. Ecco quindi la riduzione del 20% degli stipendi dei ministri e le bollette di luce e acqua più care del 50%. Ma il cambiamento più epocale riguarda il calendario, con il passaggio da quello islamico (adottato alla fondazione del Regno, 84 anni fa) a quello gregoriano, così chiamato dal nome di papa Gregorio XIII che lo introdusse nel 1582. Nel calendario islamico l’anno 0 è il pellegrinaggio di Maometto da La Mecca a Medina, avvenuto nel 622 d.C., e oggi siamo nel 1438; essendo un calendario lunare, ogni anno conta 11 giorni in meno rispetto a quello gregoriano, che è solare. Con il passaggio da un sistema all’altro, il dipendente prende lo stesso salario annuale per lavorare 11 giorni in più; anzi 17 in più, perché parallelamente le ferie sono state ridotte da da 42 a 36 giorni all’anno. Un’azienda con 2.000 lavoratori può così risparmiare quasi 1 milione di euro all’anno. E un risparmio ben più alto riguarderà il settore pubblico, che ha oltre 2 milioni di impiegati.