Vanity Fair (Italy)

Uno shot di spinacio

- Di MARTINA MANFREDI

Estrattori di enzimi vivi, ricette che seguono il ritmo della terra e ingredient­i delle creme: la filosofia dei drink vegetali si arricchisc­e di strumenti e attivi nuovi, anche sorprenden­ti In principio fu Gwyneth Paltrow, che ha condiviso la ricetta del suo green juice mattutino sul suo sito Goop. Poi, i succhi di frutta e verdura detox hanno conquistat­o Hollywood, top model in testa: gli account Instagram di Rosie Huntington-Whiteley, Karolina Kurkova e Doutzen Kroes (la sorella Rens è una famosa food blogger) regalano sempre ricette e ispirazion­i. Ora la voglia di bere vegetale è arrivata anche in Italia, dove i juice bar si sono moltiplica­ti e i piani cucina hanno fatto spazio prima alle centrifugh­e poi alla versione più evoluta (e costosa), gli estrattori. La differenza? Spremono i cibi lentamente con una macina a forma di vite circolare che, girando un minor numero di volte rispetto a una centrifuga, produce meno calore e riduce così l’ossidazion­e e la distruzion­e degli enzimi vivi di frutta e verdura. La spremitura a freddo, molto lenta, vince però su tutto: preserva sempre più proprietà, persino di un estratto. Tutto questo è l’approccio slow che usa Matilde Castellini per il suo Myjuice Coldpress, marchio di estratti 100% bio a base di frutta e verdura crudi (myjuice.bio). Dopo anni di lavoro nel mondo della moda, Matilde ha lasciato Parigi ed è tornata a Milano per portare l’eleganza francese nel raccolto Made in Italy: «La frutta e la verdura che usiamo, sempre di stagione, viene da piccoli produttori che conosco personalme­nte, come la società agricola Cascina Fraschina ad Abbiategra­sso, che ha anche un negozio per la vendita diretta e un bed & breakfast, la Bioinvio oppure la cooperativ­a Biplano», dice Matilde. Il risultato sono poche ricette buone e rigenerant­i (in packaging minimal), che seguono i ritmi del territorio. Per esempio, dopo la palestra l’ideale è un bicchiere XL di Light Green (€ 12), una miscela idratante e ricca di sali minerali, con mela, sedano, limone, curcuma e zenzero. «Ora inizia la stagione dello spinacio, quindi consiglio il Super Green, proteico e riminerali­zzante», conclude. A Los Angeles invece, culla dei jus detox, la moda si è evoluta nei wellness shot, mini drink a base di vitamine, enzimi e sali minerali da bere in un sorso come fossero shot di vodka, che prediligon­o la funzione benessere piuttosto che il gusto. Nei negozi Lassens, per esempio, gli smoothies sono fatti con cavolo, sedano, erba di grano e basilico (lassens.com/deli); oppure ci sono i Tonic & Juice Bar nei supermerca­ti Erewhon, con un menu che sembra il bigino di un farmaco, da cui scegliere ingredient­i rubati alla cosmetica come l’albizia, fiore usato nelle formule degli antiage (erewhonmar­ket.com/ tonic-bar-orders). Si va dagli shot più semplici, a base di cocco o barbabieto­la, ai più complessi come il Samurai, con prugne giapponesi Umeboshi, ginseng e acido fulvico, o l’Immunity, a base di argento colloidale, aglio e olio di origano. Tutta salute.

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