Vanity Fair (Italy)

ELISABETTA CHIAMA ELISABETTA

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o letto con disappunto sul n. 42 le parole di Elisabetta Gregoraci, testimonia­l Lilt, che ha perso sua madre per un cancro al seno («Mia sorella è più ansiosa di me e vuole fare un test genetico per scoprire quanto è alto, per lei, il rischio di ammalarsi. La trovo una scelta estrema, io preferisco non sapere»). Ho 36 anni e la mia vita è stata stravolta dal tumore al seno che ha colpito a distanza di pochi mesi sia me che mia mamma. Proprio il test genetico, per individuar­e l’eventuale mutazione del gene BRCA, ci ha aiutate a decidere che la mastectomi­a bilaterale era la migliore opzione. Elisabetta dovrebbe farsi spiegare quante vite il test ha salvato, e quante ne avrebbe potute salvare. Ora vediamo la luce in fondo al tunnel: le chemio sono finite e, quando mi guardo allo specchio, non vedo la mutilazion­e ma il mio sorriso. Grazie alle dottoresse che mi hanno fatto capire che sapere di essere geneticame­nte predispost­a non era una disgrazia ma mi avrebbe salvato la vita e anche quella delle mie figlie femmine, se mai ne avrò. E grazie a mio marito, che riesce a farmi sentire bellissima. Eh sì, sono viva. ELISABETTA

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