Vanity Fair (Italy)

ANCORA SUL TEST

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o della mutazione del gene BRCA2 nella mia famiglia da tre anni, tanti me ne sono serviti per trovare il coraggio di fare il test. Perché, anche se ho «solo» 24 anni, non ce la facevo più a vivere nel dubbio che, con quella mutazione, eventuali tumori si potessero sviluppare precocemen­te. Non so descrivere la sensazione che ho provato quando mi hanno detto che era negativo, ma so descrivere molto bene il mese e mezzo di attesa. Mi sono chiesta più volte che cosa avrei fatto se fosse stato positivo, la verità è che non lo sapevo. Ho incontrato tanta ignoranza su un tema di vitale importanza di cui si parla troppo poco. Una mutazione BRCA1/BRCA2 non è una condanna senza appello, però chi risulta positivo si trova ad affrontare difficoltà in un Paese in cui ginecologi e medici di base sono i primi a sconsiglia­re il test. Continuate a parlarne. ELENA

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