Vanity Fair (Italy)

Vietato Phil Collins

Un gruppo di ragazzi mette su una band nella Dublino degli anni ’80. SING STREET è un film imperdibil­e: amaro e divertente, pieno di musica. Con alcune battute memorabili

- Di PAOLA JACOBBI

uando non c’erano i talent, quando la musica non era digitale, quando ancora si pensava che «i videoclip sono per quelli che non sanno suonare», c’era comunque tutto il resto: l’adolescenz­a brufolosa e infelice, gli amici e i nemici di classe (in tutti i sensi), e sbocciava in fondo al cuore di molti il sogno di scappare via, magari diventare famosi, magari attraverso una band, la tua band. Sing Street è il settimo film dell’irlandese John Carney, già regista di Once e di Begin Again, grande sensibilit­à nel dirigere gli attori e palese fiducia nel potere salvifico della musica. Qui racconta qualcosa di molto simile alla sua giovinezza nella Dublino anni Ottanta, una città povera, culturalme­nte periferica, scassata dalla disoccupaz­ione. Il protagonis­ta Conor (Ferdia Walsh-Peelo, 17 anni) fonda la sua band per fare colpo su Raphina (Lucy Boynton, 22), che è così bella che sembra uscita da un video dei

QDuran Duran. È il 1985, la playlist che gira intorno è un palleggio tra Duran e Spandau Ballet e poi Joy Division, a-ha, The Cure… Conor si pettina come i suoi eroi, evolvendo da Nick Rhodes a Tony Hadley, a Robert Smith nell’arco di un anno scolastico, compone canzoni, coinvolge gli amici girando dei video nei vicoli deserti del quartiere e segue i consigli del fratello maggiore, musicista fallito che ha rinunciato a provare ad avere una carriera per paura di non farcela o forse solo per pigrizia. Le musiche sono in gran parte di repertorio, con aggiunta di pezzi originali di Gary Clark. Il regista ha avuto come consulenti, in amicizia, Bono e The Edge, che hanno fornito a Carney molti racconti di prima mano sui loro esordi. Divertente e amaro, fa ridere, fa piangere e, alla fine, regala un momento di riscatto per tutti. La sceneggiat­ura sembra scritta da un Nick Hornby in piena forma. Battuta memorabile: «Nessuna donna può amare davvero un uomo che ascolta Phil Collins».

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