Vanity Fair (Italy)

O DI PERDERE?

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desso tutti a scrivere che Hillary ha perso perché era troppo di tutto. Troppo intelligen­te, saccente, competente, ammanicata, potente, elitaria e secchiona, troppo brutta, malvestita, troppo anziana, troppo antipatica, fredda e controllat­a. Soprattutt­o: troppo maschile. Troppo forte. E dicono che le donne per vincere non devono essere forti – per esempio cercare di nascondere la polmonite per alcuni sarebbe stato un grave errore – ma mostrare di avere cuore, anima, pancia, di essere fragili, autentiche, umane. Che devono sorridere, essere femminili e accoglient­i. Ma ci sono modi femminili e modi maschili di vincere o di perdere? Di essere persone? Le persone non sono tutte diverse, un po’ maschili, un po’ femminili, un po’ fragili, un po’ forti? E non è una cosa bellissima essere un misto di tante cose, magari contrastan­ti tra loro, e magari anche misteriose, e complesse, e sfumate, e controvers­e? E non siamo tutti liberi di mostrare o non mostrare le emozioni a seconda di quanto siamo o non siamo riservati o estroversi o timidi? Un presidente deve mostrare le sue emozioni, o addirittur­a esserne condiziona­to?

Al motivo per cui Hillary Rodham Clinton ha perso con un candidato discutibil­e come Donald Trump forse lo sapremo davvero solo quando analizzera­nno a fondo i flussi elettorali e capiremo chi l’ha votata e non l’ha votata, o forse non lo capiremo

Imai. Le analisi si sprecano, così come si sprecavano i sondaggi, tutti sbagliati. Anche io lo avevo scritto qui: speravo che alla fine l’avrebbe spuntata lei, e non perché il New York Times la dava all’85 per cento. Credevo che i valori espressi da Trump in campagna elettorale lo avessero reso impresenta­bile, invece ora sembra che l’abbiano aiutato, che il suo linguaggio fosse più vicino a quello della famosa gente. Più comprensib­ile e diretto. E che il ceto medio impoverito si senta più rassicurat­o da un cambiament­o radicale, io che pensavo che la razionalit­à, il carattere e l’esperienza politica incarnata da Hillary fossero più rassicuran­ti per gli elettori dell’irrazional­ità e dell’inesperien­za di Trump, ma chissene importa di quel che pensavo io, in buona compagnia col resto del mondo. uel che accadrà lo vedremo. Magari il Trump presidente sarà migliore del Trump candidato. Il sole continuerà a sorgere, come ha detto Obama, al quale ora rimprovera­no di essere stato un presidente fighetto, più caro a noi europei che agli americani. Ma che sia stata la mancanza di fragilità o di femminilit­à o di umanità a far perdere Hillary non lo penso: non vedo in giro per il mondo tanti presidenti, donne o uomini, col cuore in mano.

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