Vanity Fair (Italy)

Io la mafia non la capisco

Nella serie tratta dal film di Pif, è un’adolescent­e che della realtà intorno non afferra nulla. E anche nella vita, ANGELA CURRI abita un mondo tutto suo. Dove l’amore viene prima di ogni cosa

- Di IRENE SOAVE

icordate Angela, la sorella del piccolo Arturo-Pif nel film La mafia uccide solo d’estate? No, eh? Perché non c’era: il personaggi­o di Angela, sedicenne ignara del clima di piombo in cui vive, è spuntato nella serie Tv tratta dal film – Pif resta come voce narrante, nel cast ci sono Anna Foglietta, Claudio Gioè e Francesco Scianna – in prima serata su Raiuno dal 21 novembre. E il suo volto è quello di Angela Curri, 23 anni, già conosciuta in Braccialet­ti rossi: era la teenager Bea. E siccome sta lavorando «tantissimo, tanto da pensare per la prima volta che da grande farò davvero l’attrice», la vedremo ancora in Dei, prodotto da Riccardo Scamarcio, nella fiction Chiedilo al mare con Beppe Fiorello e in Raffaello - Il principe delle arti, il quarto film in 3D di Sky, in cui Angela è la Fornarina. «Di tutti questi ruoli, il mio alter ego è Angela. Della mafia non capisce nulla: non per omertà, ma per candore. E si dedica ai fidanzati, che cambierà nel corso delle sei puntate. Anch’io sono così: per me è tutto bello. Ora, per dire, sono tutti sconvolti per queste

Relezioni americane, ma non ho ancora capito il danno così grande dov’è». Va a votare? «A volte. Ma altre ero lontana da casa: la mia vita è stata una catapulta, dalla provincia barese a Roma per studiare recitazion­e a 19 anni. Mi sentivo piccola e sperduta in città, ora abito con amiche». Sono le stesse di prima di Braccialet­ti rossi? «Ho avuto un boom di popolarità, ma gli amici sono sempre gli stessi. In gran parte attori giovani come me». Quest’anno il cinema ne ha lanciati tanti. Solo a Venezia c’erano tre film italiani con protagonis­ti adolescent­i... «Il mio preferito è stato Questi giorni, di Giuseppe Piccioni: il viaggio di quattro amiche. Racconta bene i legami alla nostra età, così totalizzan­ti». Anche per lei? «Ho tanti amici, ma sono come la mia palermitan­a Angela: per me è più irrinuncia­bile l’amore».

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