La luce dell’arcobaleno
Due mamme per due figli: la letteratura e il cinema ne parlano sempre più spesso. E, per la giapponese Ogawa, il modello è Berlino
Ito Ogawa ha 43 anni e oggi è una delle scrittrici più popolari in Giappone (ha anche vinto il Bancarella della cucina 2011 per Il ristorante dell’amore ritrovato). Tra le sue storie non ci sono avventure o scossoni, ma le cose semplici che costruiscono la vita: una nonna che muore lentamente, un amore che finisce, un altro che, piano piano, sboccia. Nel nuovo romanzo La locanda degli amori diversi (che presenterà a BookCity il 19 novembre, alle 16.30 al Base di Milano) racconta, con un linguaggio quasi fiabesco, l’amore tra Izumi e Chiyoko, due donne a cui, semplicemente, capita di innamorarsi e passare tutta la vita insieme. Riescono pure a lasciare Tokyo e aprire in campagna la locanda del titolo, che chiamano Arcobaleno. Il titolo parla di diversità, ma è una provocazione. «Nel loro amore non c’è nulla di diverso tranne che, mentre in genere una coppia è formata da un uomo e una donna, loro sono due donne. Tutto qui». Il libro esplora anche il tema dell’omogenitorialità, che viene vissuta con grande naturalezza dai quattro protagonisti. «Non sono solo i legami di sangue a creare una famiglia. Per quanto possa apparire estremo, alle donne serve solo il seme maschile, per il resto sono perfettamente in grado di crescere un figlio da sole. Mi auguro che riusciremo a costruire nuovi modelli di famiglia, anche se da questo punto di vista il Giappone è indietro anni luce». Perché, secondo lei? «Forse certe persone hanno solo paura di rinnegare i valori in cui hanno sempre creduto». Perché la scelta di raccontare un amore tra donne? «Mi capita spesso di andare a Berlino, e ogni volta vedo persone dello stesso sesso che si tengono per mano o si abbracciano per strada, apertamente. In Giappone è impossibile vedere scene simili, e non perché non ci siano omosessuali. Ce ne sono eccome, ma mi sono resa conto che vivono al buio, che fanno di tutto per non mostrarsi in pubblico, soprattutto se sono donne. Vorrei non si dovessero più nascondere».
LA LOCANDA DEGLI AMORI DIVERSI
di Ito Ogawa (Neri Pozza, pagg. 320, ¤ 17; trad. di Gianluca Coci)