Vanity Fair (Italy)

ANNI DI BUGIE

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esponendom­i a un rapido smascheram­ento. Ma resto ancora più meraviglia­to dalla sordità di chi da quelle bugie si lascia comodament­e abbindolar­e. Immagino che la costruzion­e di una vita parallela richieda, anche in chi la osserva dall’esterno, una sorta di sospension­e della credulità e mi chiedo come abbiano fatto i suoi genitori, parenti e amici a non accorgersi di nulla, nemmeno di una finta tesi di laurea, di una falsa assunzione, di una pratica quotidiana di lavoro che non esisteva. Il dizionario di Oxford ha appena consacrato a parola dell’anno PostTruth, la Post Verità. Mai come ora gli esseri umani sembrano disposti a credere, anziché in ciò che accade davvero, in ciò che amano credere sia accaduto. Secondo questa teoria vivremmo immersi nei pregiudizi che ci impedirebb­ero di guardare la realtà per com’è, restituend­ocene una versione edulcorata e rassicuran­te. Può darsi che i suoi cari abbiano preferito non vedere la sua vita fasulla, per proteggers­i dalla sofferenza che una simile scoperta avrebbe comportato. Ma l’ultimo che potrebbe fare loro la morale (e farla a lei) è proprio il sottoscrit­to, che per quarant’anni ha accettato una versione assurda della morte precoce di sua madre, bevendosi o fingendo di bersi una quantità inverosimi­le di sciocchezz­e, pur di non fare i conti con la drammatica ma chiarissim­a verità. Qualche lettore starà pensando che lei sia pazza, e che lo siano le persone che hanno creduto tanto a lungo al suo castello di illusioni. Ma anche se non in forme patologich­e come quella che lei ha conosciuto, abbiamo tutti una certa dose di follia che ci induce a costruire una personalit­à immaginari­a e a prendere per vere quelle costruite dagli altri. Succede in politica, in famiglia, in amore: ovunque si dispieghi il nostro disperato bisogno di credere e di fare credere che la vita sia più indolore di quanto è nella realtà. Ora che è tornata nel mondo vero, si accorgerà di come sia faticoso starci. Ma anche di come solo così ci si possa definire autenticam­ente vivi. ANDRÉ DA LOBA

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