Vanity Fair (Italy)

Se un giorno d’inverno (80 anni fa)

È uno dei più schivi e geniali autori italiani, maestro di Tondelli e «musa» di Calvino. In occasione di un compleanno importante, vi raccontiam­o chi è GIANNI CELATI, lo scrittore-outsider

- Di STEFANO BARTEZZAGH­I

Gianni Celati è lo scrittore italiano più importante della sua generazion­e. Già, ma qual è la sua generazion­e? Sono almeno quarant’anni che dimostra dieci se non quindici anni meno di quelli che ha. Chi potrebbe sospettare che sia nato solo cinque anni dopo Umberto Eco e ben diciotto anni prima di Pier Vittorio Tondelli? Non si parla di apparenza sica, o soltanto di quella, ma soprattutt­o di scrittura, temi, interessi. Nelle Città invisibili di Italo Calvino, Marco Polo racconta all’Imperatore le terre che costui dominava senza conoscere. Una tenace leggenda vuole che sia la trasposizi­one letteraria degli incontri in cui il giovane Celati raccontava di città viste, persone conosciute, libri letti, a Calvino, che viveva appartato a Parigi. Progettava­no una rivista che si sarebbe dovuta chiamare Alì Babà, e doveva essere per i racconti e i saggi quello che Linus era già per i fumetti. Dei libri di Celati si dice questo: ne sono usciti prima quattro «di un certo tipo» (racconti basati sull’oralità, eccentrici e farseschi, come La banda dei sospiri, 1976); poi c’è stata una lunga pausa, e quindi sono usciti libri molto diversi (descrizion­i e attraversa­menti di paesaggi, osservazio­ni, vedi Narratori delle pianure, 1985). È uno schema, ma non è del tutto sbagliato; comunque: scrittura magistrale, sempre. Un paio d’anni fa le opere principali di Celati sono uscite nei Meridiani, con saggi, biografia e bibliograf­ia curati da studiosi amici. Per i suoi 80 anni ora il libro Animazioni e incantamen­ti raccoglie testi dispersi del Celati scrittore erotico, critico, saltimbanc­o, compagno di strada di fotogra (tra cui l’amico Luigi Ghirri). Celati ha peraltro diretto

lm; vive in Inghilterr­a; ha viaggiato dappertutt­o ma soprattutt­o in Africa e sul Delta del Po; ha tradotto molti libri, ultimo l’Ulisse di James Joyce (di cui ha dato una versione pressoché cantabile); ha ispirato riviste e collane editoriali (l’ultima, la Compagnia Extra di Quodlibet). In duemila battute non si dà un’idea della sua statura: si può solo aŸermarla.

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