IL REGALO DI ZIA IOLE
Oggi è volata via anche la sorella di mia nonna. Eravamo molto legate. Ma nell’ultimo anno sono stata sempre di corsa: non era mai il momento giusto per andarla a trovare. Due settimane fa, all’improvviso, ho seguito l’istinto e sono corsa da lei. Rivederla mi ha rattristata: era tanto indebolita. Ma con gli occhi buoni di sempre, senza un rimprovero, mi ha oerto un caè. E mentre lei, accartocciata sul divano, cercava una posizione che le desse sollievo, io chiacchieravo per distrarla dal dolore. Poi è accaduto qualcosa di speciale. A furia di cambiare posizione, era nita sul divano vicino a suo marito. Li avevo sempre visti nella modalità «Sandra e Raimondo», lui burbero, lei premurosa. Ma quel giorno lui si è girato verso di lei, che invece non riusciva più a voltare la testa, ho visto uno sguardo di aetto e protezione, e le loro mani si sono avvicinate e strette. È stato un attimo che mi ha commosso, e che ho voluto fotografare. So che la presa a volte può scappare, so che ci si può graare nel tentativo di tenersi stretti, a volte si può persino stringere la mano sbagliata, ma sono certa che la stretta giusta la riconosciamo prima o poi, ed è quella la mano a cui un giorno, rugosa, vorrei stringermi chiudendo gli occhi. Grazie, zia Iole, grazie zio Vittorio per questo ultimo dolce regalo.