Vanity Fair (Italy)

LA PRIORITÀ DEL PRESIDENTE TRUMP: GONFIARE L’AUDIENCE

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La più in linea con la modalità comunicati­va del nuovo presidente degli Stati Uniti è stata Madonna. Alla Women’s March di Washington – la principale delle 672 manifestaz­ioni che sabato 21 gennaio si sono tenute in tutto il mondo contro l’appena insediato Donald Trump – Madonna ha detto: «E per i nostri detrattori che insistono a dire che questa manifestaz­ione non avrà nessun e†etto: va†anculo». Le Women’s March, iniziate con un post di Facebook e diventate manifestaz­ione da mezzo milione di persone solo a Washington, sono state un evento straordina­rio. Da decenni non si vedeva nulla di simile negli Stati Uniti. Forse non si era mai visto. Potenza di Donald Trump. Come ha commentato la femminista Gloria Steinem, 82 anni, una delle prime a salire sul palco: «Questo è il lato positivo del lato negativo. Questo è uno sfogo di democrazia come non ne ho mai visti in vita mia». Eppure, sia il nuovo presidente sia il suo portavoce hanno dedicato la loro prima giornata in carica a mentire sui numeri del pubblico presente alla Parade d’insediamen­to del giorno prima, quella con Melania in cappottino azzurro: bugie tanto maldestre e strafotten­ti da lasciare allibiti, oppure far pensare che fossero un tentativo di distrarre l’attenzione dei media dalle grandi manifestaz­ioni di sabato, che si sono limitati a liquidare con un commento sprezzante. Secondo il consulente per la gestione delle folle al matrimonio del principe William con Kate, il numero di persone sul National Mall il 20 gennaio 2017, giorno dell’insediamen­to di Trump, era un terzo di quelle presenti all’insediamen­to di Obama nel 2009. Un terzo secco. Eppure, il nuovo portavoce Sean Spicer, nel primo giorno di presidenza, ha tenuto una conferenza stampa alla Casa Bianca attaccando i media e accusandol­i di «aver dato notizie false: “È stato il più grande pubblico che abbia mai assistito a una cerimonia di insediamen­to, punto. Sia per il numero di persone presenti sia per quelle che hanno seguito la cerimonia nel mondo”». Di fronte alle palesi falsità delle sue a†ermazioni – in caso di messa in discussion­e delle quali, ha anche annunciato, «riterremo la stampa responsabi­le» – i giornalist­i presenti hanno risposto con una serie di domande a cui Spicer non ha voluto rispondere, abbandonan­do la conferenza stampa. La questione è così stata promossa al tema che ha segnato l’inizio della presidenza Trump. Non solo per l’anomalia di un’amministra­zione che decide di dedicare i suoi primi sforzi a una polemica, quella sul numero dei partecipan­ti, che altrimenti poteva spegnersi in mezza giornata, ma anche perché le obiezioni di Spicer si sono dimostrate immediatam­ente false. La Casa Bianca in pratica ha detto: «Accontenta­tevi delle nostre post-verità, e se provate a contraddir­ci i bugiardi sarete voi». Un bell’inizio da Minculpop. E un bel calcio nei denti a chi sperava che, una volta presidente, Donald Trump sarebbe cambiato.

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