Le BASI del futuro
Intelligenti, figli di una società liquida e sinceri nel mostrare il proprio colore: i nuovi fondotinta sono sempre più simili alla nostra pelle. Ma per trovare quello giusto è più facile se si ha il «sangue blu»
Guarda lì. Guarda quella macchia, quel segno rosso che ieri non c’era. Specchio rivelatore, se non costassi sette anni di sfortuna ci sono giorni che ti spaccherei. Anche se devo dire che le migliori riflessioni della giornata fioriscono proprio qui, davanti a te, in quei minuti di silenzio in cui mi trucco. Poi dicono «senza trucco è meglio». Dai. Non vado neanche a buttare la pattumiera senza correttore. E ora vorrei solo una pialla, un laser stellare, uno di quelli che non costino 400 euro a seduta. O forse, come per tutte le donne, mi basterebbe un giusto fondotinta, che non cambi colore quando torni a casa dopo averlo comprato, che si mostri per quello che è già sotto i faretti a 200 volt della profumeria. Mentre lo penso, eccole le scelte sbagliate, ritirate nel cestino dei trucchi inutilizzati messo sotto il lavandino, per tenerli senza vederli. Chi non ha uno di quei cestini? Come una metafora di vita: tenere e nascondere invece di ammettere e buttar via o sostituirli con altro. Del resto, sarebbe facile liberarsene con tutte le promozioni che fanno: oltre alla «rottamazione» – porti il tuo vecchio e ti fanno uno sconto sul nuovo –, ci sono brand che con l’acquisto di una base ti gratificano, come Shiseido, che dal 6 al 28 febbraio regala l’olio demaquillante, L’Oréal Paris un portamonete o come Vichy, che fa uno sconto del 50% su un prodotto struccante.
Fluidi e coriandoli
Troppo rosa, troppo lucide, troppo pastose. Gli uomini non possono capire il fastidio sulla questione. Eppure per noi è importante avere una pelle perfetta, ti rafforza persino l’autostima perché, come hanno dimostrato diverse ricerche, eliminare le discromie abbassa l’età percepita. Invece capita persino che alcuni fondotinta ti trasformino in una «zia» in un secondo, con il prodotto che si infiltra tra le rughe e le rende visibili come carbone tra i brillanti. Cosa non buona. Ancora oggi incrocio donne infarinate, con il segno tondo del piumino per la cipria sul viso. Ma per fortuna in Italia è un fenomeno marginale, descritto anche dai dati di Cosmetica Italia che parlano di 213 milioni di euro spesi in creme colorate, contro i 38 delle ciprie. «Per stare al passo con i tempi abbiamo lanciato Power Fabric», dice Donatella Ferrari, make-up artist Giorgio Armani Beauty. «Scorrevole, coprente ma leggero, di altissima qualità, modulabile e non ha bisogno di primer o basi gialle o verdi. Consiglio solo l’abbinamento con un correttore». Gli ultimi prodotti lanciati, infatti, sono intelligenti e fluidi, come fossero un capitolo estetico della filosofia di Zygmunt Bauman, che con la sua società liquida aveva già iniziato a illuminarci dieci anni fa. Ora la luce arriva anche a noi attraverso queste formule, in particolare dai loro micropigmenti tondi e piatti come coriandoli che non solo sono riflettenti, ma non si stratificano tipo effetto mascherone quando fai il retouch del maquillage tra lavoro e aperitivo.
Dopo i cuscini
Il 2016 è stato l’anno dei mitici cushion, spugne intrise di basi fluide, modulabili come fossero ciprie, che hanno ottenuto un enorme successo. Il primo, con un’idea importata dalla Corea, è arrivato dai laboratori Lancôme, poi gli altri in diverse varianti ed evoluzioni. Il 2017 si preannuncia invece come l’anno della personalizzazione: la stessa Lancôme apre la gamma dei Teint Idole Ultra 24H a 40 tonalità e Clinique arriva a offrirne oltre 100. Ma come fare a orientarsi?
La ricerca della perfezione
La super notizia è che Shiseido ha acquistato MatchCo, una società con tecnologie digitali capaci di scannerizzare la pelle e suggerire un fondotinta realmente personalizzato. Il team di ingegneri coinvolti nella programmazione delle App continuerà a operare a Palo Alto, in California, ma i loro studi saranno presto applicati anche a prodotti trucco e a creme per il viso. Nel frattempo, per capire come scegliere la base giusta, ci sono tre semplici metodi. Il primo è «applicarla alla base del pollice, sul crinale tra polso e dorso della mano, confrontando poi nuance dorata e rosata», suggerisce Ferrari. Il secondo, propone Chiara Luinetti, Colour Expert Clinique, è «controllare le venature del polso: se sembrano più blu allora si ha un sottotono di pelle naturale, compatibile con nuance sia fredde sia calde. Se invece sono più viola, il sottotono è freddo ed è meglio scegliere i rosati. Se infine sono più verdi, è caldo e si opta per sfumature dorate». Ultimo criterio: «Non fermarsi al colore intravisto dal flacone, ma stendere almeno tre tonalità sul mento, una vicina all’altra, e scegliere quella che si uniforma di più anche con il collo». Così, niente più domande allo specchio, ma solo certezze.