Vanity Fair (Italy)

SE IL TATTOO NON PIACE PIÙ

Un amore sbagliato o un legame con un passato da dimenticar­e: le strade per cancellare un tatuaggio non sono infinite. Bisogna scegliere tra fondotinta o laser

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Lady Gaga li copre per esigenze di scena, Johnny Depp li trasforma in altro, Belén Rodríguez li cancella chirurgica­mente. A volte basta un fondotinta correttivo, e ce ne sono tanti: quelli di BioNike o di Rilastil, quelli della linea Dermablend di Vichy o di Make Up For Ever, usati anche nei backstage teatrali. Ma è possibile, invece, eliminare un tatuaggio per sempre? «Sì, con due tipi di laser, il Pico laser oppure il Q-switch, selettivi per il colore», spiega Antonino Di Pietro, dermatolog­o plastico e creatore del primo Centro per il tatuaggio sicuro, ora impegnato in una campagna di sensibiliz­zazione per portare tutti coloro che hanno disegni sulla pelle a fare una visita dermatolog­ica almeno una volta l’anno, per controllar­e che sotto non si formino melanomi. «Il laser che si usa per cancellare i tatuaggi non è come una gomma per le matite. La pelle non tornerà perfettame­nte sana e liscia come prima, rimarranno delle tracce di quel che c’era. Meglio informare prima. Quelli neri con tratti sottili sono più facili da levare, mentre quelli colorati, gialli e rossi, no. I pigmenti sono come piccoli sassolini colorati che le cellule non riescono a digerire: il laser li frantuma, ma il grado di successo dipende dalla dimensione e densità di questi pigmenti. Il rischio, bisogna dirlo, è lasciare una cicatrice. E non dipende dall’operatore, ma dal tipo di tatuaggio e dalla sua profondità». Per chi invece ne vorrebbe uno, che cosa bisogna sapere prima di farlo? «È importante fare un esame della pelle perché ci sono delle malattie che possono peggiorare, come la psoriasi, forme autoimmuni, vitiligini, dermatiti atopiche anche piuttosto comuni, che diventano un rischio. Lo stesso tattoo può venire non perfetto, sfumato o sfrangiato».

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