NON POSSO SALVARLI
I MIEI UOMINI SOFFRONO, E IO
in una missione salvi ca. Mentre avanzi nel nuovo amore no a tagliare il traguardo del matrimonio, rintuzzi i comportamenti ossessivi di quello vecchio. Qui il tuo racconto si fa reticente e confuso: se l’ex aveva trovato un’altra ragazza, come mai continuava a intromettersi nella tua vita con tale invadenza da indurti a scrivergli una lettera esasperata? Ma ad azzerare ogni elucubrazione arriva il terribile colpo di scena: la fanciulla dell’ex si ammala e muore. Ti ritrovi a camminare all’ombra di due danzate defunte: quella dell’uomo che ami e quella dell’uomo che non ami più. Il tuo slancio di impavida crocerossina viene frustrato dall’impossibilità oggettiva di caricarti sulle spalle tutto il dolore del mondo. È come se il lutto che ha colpito il tuo ex avesse azzerato il movente con cui avevi giusti cato la tua decisione di lasciarlo: che lui avesse meno bisogno dell’altro di te. Adesso, pensi, avrebbero bisogno di me entrambi. E senti crescere dentro di te l’angoscia e il senso di colpa che spesso attanagliano i sopravvissuti di qualche tragedia. La mia impressione, cara Francesca, è che tu stia galleggiando dentro una bolla che hai contribuito a gon are da sola. Fossi in te, proverei a farla scoppiare con una botta di sano egoismo, che in questo caso è solo istinto di autotutela. Non sei una consolatrice di a itti e una frequentatrice di sventure, ma una donna libera che ha tutto il diritto di separare il giudizio sulle sue scelte passate dalle conseguenze che esse hanno comportato nella vita degli altri. Non è colpa tua se non amavi più il tuo ex e se lui si è messo con un’altra che purtroppo è scomparsa. E non è colpa tua se tuo marito e i suoi parenti continuano a fare i conti con il fantasma di un’altra donna che non c’è più. Il nale giusto della mia risposta lo hai scritto già tu. «Non posso salvare nessuno». Puoi solo accettarlo e provare a comprenderlo, a cominciare da te. ANDRÉ DA LOBA