Vanity Fair (Italy)

SIAMO CORPI

L’ATTIVITÀ È UN TOCCASANA CONTRO

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avevamo usato i suoi preziosi colori, si è arrabbiato e ha buttato giù il quadro. Io volevo urlare, mi sentivo umiliato e ho reagito con rabbia. Ho preso un paio di forbici e l’ho tirato contro la porta, mancando il professore per un pelo. Mi sono poi ritirato dalla scuola e non l’ho più visto». Oggi si considera una persona realizzata? «Diciamo che sono contento di trascorrer­e gran parte del tempo che mi è dato di vivere sulla Terra facendo un mestiere che mi piace. Però, nel raggiungim­ento di certi risultati, c’è un paradosso che mi angoscia. Più possibilit­à di scelta hai, più dubbi ti vengono. E i modi in cui riusciamo a tormentarc­i sono pressoché in‚niti». Tipo? «Identi‚care il successo o l’insuccesso di un ‚lm con un trionfo o un fallimento personale. Non riuscire più a distinguer­e la vita profession­ale da quella privata. Ci vuole un gran lavoro su se stessi per raggiunger­e equilibrio e sanità mentale». Che cosa fa lei? «Molta attività ‚sica. È un toccasana contro la depression­e. Non so come siano le statistich­e in altri Paesi, ma negli Stati Uniti, dove vivo gran parte dell’anno, il venti per cento della popolazion­e è schiavo degli antidepres­sivi. Io credo che sia colpa della vita troppo sedentaria. Siamo corpi, dobbiamo muoverci». A proposito di attività sica. In King Arthur c’è, in un piccolo ruolo, David

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