Vanity Fair (Italy)

ANDREA, IL NUOVO DE SICA DEL CINEMA

Ha un nome importante, ma il suo debutto non ha nulla a che vedere con le storie di famiglia. ANDREA DE SICA ha diretto un film da brivido ispirato a un certo collegio estivo. Che però ha spaventato sua figlia

- di MARINA CAPPA foto ILARIA MAGLIOCCHE­TTI LOMBI

Ha il viso leggerment­e allungato, il naso importante. Piccoli dettagli, nel gioco delle somiglianz­e. Un’altra famiglia (del cinema italiano) cresce. Dopo i Gassman e i Tognazzi, anche i De Sica hanno un nuovo nome all’opera. Andrea è figlio di Manuel, suo nonno era Vittorio, suo zio è Christian. Si aggiunge la mamma, la produttric­e Tilde Corsi. A 35 anni, con I figli della notte, che esce il 31 maggio, Andrea De Sica debutta nella regia. E subito prende le distanze sia dalle tradizioni familiari sia dalle tante commedie italiane delle ultime stagioni. Un’atmosfera gotica (l’ambientazi­one, fra le nevi del Grand Hotel Dobbiaco, è in stile Overlook Hotel, quello di Shining), un giovane protagonis­ta spedito in un collegio dove si formano manager, un’amicizia, una crescita violenta: nel racconto horror c’è anche una parte di autobiogra­fia. Lei ha studiato in un collegio? «No, in un liceo di Roma. Lì sono entrato in contatto con l’undergroun­d, la scena techno, i rave illegali». Niente università? «Mi ero iscritto a Filosofia perché mi appassiona­va studiare il senso ultimo delle cose. Ma più che sui libri, preferivo cercare risposte in film come 2001: Odissea nello spazio. La musica poi ha preso il sopravvent­o». Suo padre Manuel, scomparso nel 2014, era un compositor­e: condividev­a con lui l’amore per la musica? «C’era un bellissimo terreno di scambio. Quando è morto, è come se si fosse rotto un tabù, mi è scattata la voglia di provare a fare da solo. Nella musica e nel cinema». Che padre era? «I miei si sono separati quando avevo cinque anni. Lei è sempre stata molto autoritari­a, lui si poneva in modo molto tenero. E io non ero facile da gestire, la notte non tornavo a casa, raccontavo centomila balle...». La migliore? «Per saltare un’interrogaz­ione avevo detto che nonna stava male. La prof scoprì che non era vero e mi chiese scherzando come stava nonna: è morta, le risposi». I suoi genitori erano molto presenti? «Passavo tanto tempo a casa da solo». Nel film il protagonis­ta si sente abbandonat­o dalla madre che lo lascia in collegio. «A 13 anni anch’io fui mandato in collegio un’estate, ero così solo che chiamavo mamma quattro volte al giorno. Però la notte scappavo in un cimitero vicino, con la tomba sconsacrat­a di un crociato. Il film nasce da esperienze vere. Un ragazzo che conoscevo, per esempio, dopo essere tornato una sera ha quasi ammazzato uno che gli aveva fatto un torto». Lei è mai stato vittima di bullismo? «No, ma a 13 anni ero il più piccolo del collegio, e mi prendevano per il culo tutto il giorno. Poi, c’è chi sopravvive e chi si perde. Come nel film, che è la storia di una metamorfos­i, memore di Dracula». Lei si riconosce qualche lato dark? «Mi piace raccontare la bipolarità fra cose molto romantiche e altre molto dark». Racconta a sua madre i suoi progetti? «Sì, come quando all’università le ripetevo gli esami. Lo facevo anche con mio padre, che amava gli horror, diceva che erano l’unico modo per sopravvive­re all’orrore reale. Alle medie però mi fece vedere Velluto blu di David Lynch, e fu uno choc». Il film più da paura? «La serie di Twin Peaks. Le dimensioni mentali oscure, la nostra radice animale, mi spaventano. Nel mio nuovo film ci sarà una morta che risorge, un modo per raccontare la rinascita». Lei ha avuto momenti di rinascita nella vita? «Quando sono diventato padre e, nell’arco di un anno, ho perso mio padre». Ha un figlio? «Due: Maria di quasi 4 anni, che si chiama come nonna Mercader (la seconda moglie di Vittorio De Sica, ndr), ed Elia di 10 mesi». Chi è la mamma? «Si chiama Andrea, è stilista. Stiamo insieme da cinque anni, siamo felici ma non abbiamo ancora trovato il tempo di sposarci». Nella felicità, com’è arrivata la morte di suo padre? «Inaspettat­a. La sera ci siamo sentiti. La mattina dopo mi hanno chiamato, c’erano quelli col defibrilla­tore, ho visto tutto. Lui per me è stato un maestro di cinema, le fantasie nascevano nel suo salotto». Con suo zio Christian che rapporti ha? «Ultimament­e ci siamo visti a pranzo, mi commuove vedere in lui le somiglianz­e con il Dna familiare, la morte di mio padre ci ha uniti». Le ha mai proposto di lavorare insieme? «No, siamo due mondi lontani. Ma ho scritto un film dove c’è anche lui, icona Tv degli anni Novanta». Lei ha iniziato come aiuto regista di Bernardo Bertolucci in The Dreamers. «Bertolucci è molto amico di mia madre, mi sono proposto come assistente volontario: è stato l’inizio di tutto». Una mamma produttric­e serve. «Sì, però poi ho lavorato nella Finestra di fronte prodotto da lei e lì non l’ho vissuto bene, essere il “figlio di”».

Come vive l’eredità De Sica? «È molto ingombrant­e. La svolta è stata quando sono riuscito a fare cose lontane dai miei illustri natali, corti e documentar­i. Ho filmato il G8 di Genova, ero in Israele durante l’ultimo attacco contro Gaza, ho girato in Libano in un campo profughi: gli estremi mi hanno sempre calamitato». Anche sua figlia ama le storie forti? «Le ho fatto vedere Guerre stellari, e si è svegliata la notte con gli incubi, per aver sognato Dart Fener». I figli della notte l’ha visto? «Sì, ma dice che i film di papà non le piacciono perché fanno paura. D’altra parte, pure io ho i miei incubi: una serie come Tredici preferisco vederla con la luce accesa».

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 ??  ?? DI NONNO IN NIPOTE Andrea De Sica, 35 anni, il 31 maggio debutta come regista con I figli della notte. Andrea è nipote di Vittorio De Sica (1901-1974) e figlio di Manuel (1949-2014), nella foto con il fratello Christian, oggi 66.
DI NONNO IN NIPOTE Andrea De Sica, 35 anni, il 31 maggio debutta come regista con I figli della notte. Andrea è nipote di Vittorio De Sica (1901-1974) e figlio di Manuel (1949-2014), nella foto con il fratello Christian, oggi 66.
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HOTEL DE PAURA Il cast dei Figli della notte (ultimo a destra, il protagonis­ta Vincenzo Crea, 18 anni), con De Sica.

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