Napoli è femmina
Sei donne che hanno segnato la storia della città a partire dal Cinquecento diventano protagoniste, con la sua autrice, di una capsule collection di T-shirt. Pezzi da indossare, ma anche da leggere, per scoprire le loro vite straordinarie
Non è mai semplice spiegare Napoli cos’è. «Nu sole amaro, na’ camminata, addore e mare», cantava Pino Daniele. Le donne non le citava in quel capolavoro di Napul’è, ma dal paradiso dei musicisti dove riposa, di sicuro non si dispiacerà se all’elenco le aggiungiamo noi. Sono il grande ventre della città, giovani, vecchie, umili oppure colte e ricche. Non importa il quartiere dove nascono, sono tutte un manifesto vivente della napoletanità, miscuglio portentoso di dolcezza, forza e veracità. Ecco perché quando Silvian Heach ha deciso di lanciare un progetto speciale che raccontasse le radici orgogliosamente partenopee del brand, la scelta è caduta su una donna che ne celebra altre. Roxy in the Box è il nome d’arte che si è scelta Rosaria Bosso, nata e cresciuta ai piedi del Vesuvio, artista da sempre, anche se solo negli ultimi vent’anni si è concentrata sulla de nizione di una sua precisa estetica. Mena Marano, amministratore delegato del marchio fondato nel 2002 assieme all’attuale presidente Giuseppe Ammaturo, l’ha chiamata per mettere a punto una capsule collection di T-shirt in edizione limitata, in vendita proprio in questi giorni attraverso l’e-commerce del marchio e in esclusiva negli store di Milano e Napoli. Le ha spiegato che era anche un modo per rendere omaggio alle tante donne che lavorano in azienda, dopo di che le ha dato carta bianca. Come ha costruito il progetto The Other Side of the T-Pop? «Da dieci anni studio l’impatto delle icone storiche sul mondo contemporaneo. Spesso i loro volti diventano dei segni gra ci di cui in molti niscono per ignorare la storia. Mi è venuto spontaneo pensare ad alcune napoletane eccellenti, a cui mi sono aggiunta. E soprattutto trovare un modo per farne conoscere la straordinarietà». Chi sono le magni che napoletane che ha scelto? «Maria Puteolana, una Giovanna d’Arco di Pozzuoli del XIV secolo; Diana Annella De Rosa pittrice del Seicento; Eleonora De Fonseca Pimentel, napoletana d’adozione e poetessa rivoluzionaria di ne Settecento; Elvira Coda Notari, prima donna produttrice, regista e sceneggiatrice dell’allora neonato cinema a inizi Novecento; Maddalena Cerasuolo, coraggiosa partigiana durante la Seconda guerra mondiale, e la mia preferita, Ria Rosa. Cantante dai testi femministi e antifascisti, anticipò Marlene Dietrich nell’andare in scena vestita da uomo. I suoi versi “Nun so doce, so feroce” sono incredibili, se pensiamo che era nata nel 1899». Le persone si prenderanno però la briga di scoprire queste storie tanto importanti? «Sì, perché ho scelto di fare stampare le loro biogra e all’interno delle T-shirt. Quando verranno rovesciate per essere stirate, sarà facile capire chi erano e chissà, prenderle come esempio. Aronto da sempre temi anche scomodi, con il linguaggio pop del colore. Il mondo vuole essere alleggerito, così però ha anche qualcosa a cui pensare».