Vanity Fair (Italy)

Le origini del Male (secondo un genio)

- P.J.

Magari è una bufala. Magari, invece, Brady Corbet, 28 anni, ex attore assai eclettico (dalla serie Tv 24 ai lm di Michael Haneke, Lars von Trier, Olivier Assayas, Noah Baumbach), è un nuovo genio del cinema d’autore. La sua opera prima, L’infanzia di un capo, presentata alla Mostra di Venezia nel 2015, suscitò curiosità già sulla carta perché nel cast c’è Robert Pattinson. Appurato che il divo Pattinson vi svolge un ruolo minore, il glamour commercial­e è andato a farsi benedire. E il lm è rimasto sugli sca’ali dei distributo­ri per quasi due anni. Arriva nelle sale italiane il 29 giugno. Si tratta di un’opera di un certo peso, in tutti i sensi. Non una scampagnat­a tra belle immagini per farsi due risate, ma un’analisi colta (e

un lo presuntuos­a) sulla nascita del nazismo. Titolo e parte della trama sono presi in prestito da Jean-Paul Sartre, scrittore che non sentivo citare da decenni, e già l’idea che ringalluzz­isca un giovinotto come Corbet è curiosa. Il cuore del lm (scrutare le origini del Male e dei suoi complicati legami con la sessualità) arriva dalla lettura di Wilhelm Reich, altro sacro testo sessantott­ino che si pensava fuori moda. Il lm racconta di un bambino odioso, glio di un diplomatic­o americano trasferito a Parigi nei giorni cruciali del trattato di Versailles. Il bambino (a sinistra con Stacy Martin, è Tom Sweet, che non è dolce per niente, ma è bravissimo) è un demonio in via di formazione e spiazza tutti: padre, madre, insegnanti, preti e camerieri. Non è un lm riuscito, anzi. Si vedono troppo i «maestri» del regista (von Trier, Haneke) e troppo poco l’allievo. Ma il talento c’è.

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