L’ultimo comunista e il coming out
Esce per la prima volta in Italia il romanzo di RONALD M. SCHERNIKAU, il caso editoriale che infuocò – tra scandalo e orgoglio, tra Est e Ovest – la Berlino degli anni Ottanta
Cominciamo dalla ne. Ronald M. Schernikau muore di Aids nel 1991. Era nato 31 anni prima a Magdeburgo, centro industriale dell’allora Repubblica Democratica Tedesca. All’incirca a metà della sua giovane vita, quindi all’epoca in cui era ancora un ragazzino, Ronald pubblica un romanzo breve (brevissimo) che diventa un caso editoriale. Finisce per no ospite in un autorevole talk show chiamato Club2. Tutte queste notizie potete trovarle approfondite nella biogra a di Schernikau (senza dubbio da recuperare) che Voland pubblicò nel 2012 con il titolo L’ultimo comunista. Ma è soltanto ora, grazie a L’orma editore, che possiamo leggere quel debutto che nel 1980 (un anno dopo il celebre Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino) aveva tanto colpito il pubblico tedesco, per la maturità, l’arguzia e la lucidità politica con cui un adolescente dell’epoca parlava dell’attrazione per il suo medesimo sesso, a¢dando alla letteratura il racconto di un coming out che aveva orgogliosamente compiuto nella vita reale. A proposito di orgoglio e lucidità: nelle prime pagine del libro vediamo il protagonista (si chiama «B.») entrare in classe e scrivere alla lavagna: «Chi non si avventura incontro al pericolo, ci morirà dentro». Una massima che vale sempre, universale. Il romanzo si chiama Canzone d’amore da un tempo difcile (pagg. 120, € 11; trad. di Stefano Jorio, in libreria dal 13 luglio), come la poesia di Brecht che compare in esergo, e racconta un piccolo scandalo di provincia, con una prosa incurante della sintassi e impegnata a restituire il usso mentale di un diciassettenne. Tra i personaggi c’è anche la madre di «B.» che, per ragioni che ignoriamo, si chiama «Lea Massari», come l’attrice dell’Avventura di Antonioni. Schernikau si trasferì da bambino con la famiglia a vivere nella Germania Ovest, dove a 16 anni s’iscrisse al Partito comunista. Restò comunista per tutta la vita. Nel 1989, mentre i cittadini della Germania Est abbandonavano in massa la Ddr, Schernikau fece l’esatto contrario. E qui c’è un dettaglio incredibile: il passaporto che gli venne concesso fu l’ultimo emesso dal governo della Repubblica Democratica Tedesca.