Vanity Fair (Italy)

PROVIAMO A RESISTERE?

A tutti quei momenti in cui «la vita ti mette con le spalle al muro»: MATTHEW BELLAMY, il frontman dei MUSE, da poco in radio con un nuovo singolo, si interroga sulla resilienza. Perché ha visto di quale forza sono capaci due donne «speciali»

- di ALBA SOLARO foto JEFFREY FORNEY

Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare». Questa frase di Freak Antoni mi torna in mente mentre aspetto di parlare con Matthew Bellamy, 39 anni appena compiuti, ex di Kate Hudson e leader dei Muse (20 milioni di album venduti in oltre venti anni di carriera), di ritorno sulle scene con un singolo intitolato Dig Down («scava»). «È il primo del nuovo album che uscirà a fine 2018», spiega il cantante e chitarrist­a autore di tutti i brani dei Muse, «ambasciato­ri mondiali della paranoia» (come sintetizzò una volta Bellamy, molto sensibile anche alle teorie complottis­tiche di ogni genere). La nuova canzone parla di sopravvive­re, scavare e scavare ancora per trovare la forza di reagire quando tutto sembra andare a fondo. Circola già il video, ambientazi­one apocalitti­ca alla Lara Croft (con citazioni che sembrano prese da una vecchia

serie Tv cyberpunk, Max Headroom). Protagonis­ta è la modella statuniten­se Lauren Wasser, la cui incredibil­e storia «sembrava proprio quella che raccontiam­o. In realtà il pezzo l’avevo composto prima di conoscerla. A parlarmi di lei è stato Lance Drake, il regista del video. Mi ha detto: è la persona giusta per quello che stai cercando di dire». Mi racconta questa storia? «Lauren oggi ha 29 anni, nel 2012 le è successa una cosa assurda. È andata in shock tossico e stava per morire a causa di un assorbente interno. Ha raccontato la sua storia tempo fa, era andata in farmacia, aveva comprato il marchio che prendeva sempre, ma poi a casa si era sentita male. Il tempo di correre in ospedale e tutti i suoi organi stavano collassand­o. Una sindrome rarissima, un caso su centomila. La sua gamba destra era andata presto in cancrena e per salvarla i medici l’hanno dovuta amputare. Adesso cammina con una protesi robotica. Quando la vita ci mette con le spalle al muro, come facciamo a trovare la forza per combattere?». È pazzesco come una cosa così banale possa cambiarti la vita in modo spaventoso. «Fa paura, vero? È facile dare tutto per scontato finché stiamo bene. Nel video Lauren fa cose fisicament­e toste, come buttarsi a terra, combattere, e a vederla sembra tutto così facile. Quando ci siamo incontrati mi ha dato l’impression­e di una persona capace di mantenere la calma assoluta anche in mezzo a un uragano». E non è così? «Diciamo che la serenità se l’è dovuta conquistar­e, all’inizio aveva pensato anche al suicidio. Ma il modo in cui ha reagito e combattuto per prendere in mano la sua vita, ne fa la protagonis­ta perfetta per Dig Down.È come se il video avesse due livelli di lettura paralleli, e lei è l’eroina sia della fiction, sia della sua vita reale». Le è mai capitato di pensare: e se fosse successo a me? «Uuuh, sì… Ci sono risorse che non sai di avere finché non ti trovi in condizioni particolar­i, tragedie, crisi, e solo in quel momento puoi capire quanta forza hai davvero. La canzone ha molto a che fare con questo tipo di esperienza: la voglia di farcela e non soccombere, in qualunque circostanz­a». Qualcosa di personale? «In parte sì. La mia attuale fidanzata (la modella Elle Evans, ndr) è americana, stiamo insieme da due anni. Sua madre ha scoperto di avere un tumore ed è iniziata questa battaglia durata un anno di terapie, che adesso sta cominciand­o a dare risultati. Al momento sembra proprio che stia vincendo lei. Mentre scrivevo la canzone avevo in mente la sua forza. Ma i significat­i possono essere tanti, anche politici». Stiamo parlando di resistenza? «Un concetto tornato di attualità in questo momento, negli Stati Uniti dopo l’elezione di Donald Trump per esempio. Per via di Elle passo molto tempo a Los Angeles, un sacco di gente da quelle parti non ha ancora superato lo shock, sono increduli: com’è potuto succedere? Io ero preparato perché ho vissuto molto in Italia ai tempi in cui governava Silvio Berlusconi: mi colpiva molto quanto dominasse ogni discorso che veniva fatto». A proposito, è stato fidanzato per dieci anni con un’italiana, la psicologa Gaia Polloni, è riuscito a capire qualcosa del nostro Paese? (Ride) «Che siete bravissimi a nutrirvi seguendo le stagioni! Poi, venendo spesso lì, ho imparato da Gaia l’importanza e il valore della famiglia, che a voi sembrerà scontato, ma per me non lo era». C’è invece qualcosa che non ha capito? «Direi la politica! Per me rimane incomprens­ibile». Anche quella inglese però si è complicata... «Certo, in questo momento è tutto molto incerto, sbilanciat­o, e non è chiaro in quale direzione stiamo andando. Ho l’impression­e che la tendenza dei Paesi occidental­i a una politica gridata possa diventare alla lunga nociva, perché provoca instabilit­à, e la gente si sta chiarament­e stufando. Io penso che torneremo presto a una politica più moderata. E più attenta. L’Inghilterr­a ha molto da imparare da altri Paesi europei nell’aiutare chi ha bisogno». E che cosa si può fare? «Noi per esempio il 19 agosto suoneremo a Londra, allo 02 Shepherd’s Bush Empire, per aiutare The Passage, un’organizzaz­ione formidabil­e di volontari che lavora tantissimo per sostenere i senzatetto e i poveri della capitale». Tanti concerti negli stadi e nelle arene, è diventato un po’ meno introverso? «Sul palco sono anche troppo estroverso! Nella vita privata sono una persona tranquilla, non ho mai sentito il bisogno di troppa socialità. Non vorrei però essere frainteso, amo comunicare con gli altri, solo che non mi sembra necessario farlo continuame­nte. Preferisco passare più tempo con la famiglia, gli amici stretti. Quello che succede dal vivo è più che sufficient­e al mio fabbisogno di estroversi­one!». Una famiglia allargata: ha passato le vacanze invernali con la sua fidanzata, con la sua ex Kate Hudson e con vostro figlio Bing. «Sì, abbiamo l’affidament­o congiunto, per me è molto importante che Bing non abbia i traumi che ho avuto io dalla separazion­e dei miei. Con Kate gestiamo insieme quello che riguarda la sua crescita, e ogni tanto capita anche di fare vacanze insieme». Quindi ha trovato la stabilità sentimenta­le che tanto cercava? «Esatto; mi ci sono voluti un po’ di anni, ma ci sono riuscito». A proposito di prepararsi al futuro: nel 2015 con l’album Drones evocavate scenari cupi da Grande Fratello, due anni dopo si può dire che è andata anche peggio? «Difficile dirlo. La cosa che mi preoccupa di più del futuro è l’intelligen­za artificial­e, il modo in cui influenzer­à e cambierà le nostre emozioni, il talento e la preparazio­ne che oggi coltiviamo nel lavoro. Tutto questo avrà ancora senso, e come? Nel giro di dieci, forse al massimo vent’anni, dovremo affrontare questa sfida. Che va oltre al controllo della politica: l’evoluzione tecnologic­a in questo momento è impossibil­e da fermare». Qual è la forma più alta di intelligen­za? «Potrei cavarmela in maniera brillante dicendole che è l’ironia. Penso invece che sia l’empatia. È l’algoritmo vivente che nessun programmat­ore può insegnare a un computer. La migliore delle civiltà possibili, la cultura, la pace, se ci fa caso tutto dipende dal grado di empatia che si può creare tra le persone».

«DALLA MIA EX ITALIANA HO IMPARATO L’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA. MA DI VOI NON CAPISCO LA POLITICA»

 ??  ?? QUASI OTTO I Muse. Da sinistra: Chris Wolstenhol­me (basso), 38 anni, Matthew Bellamy (voce e chitarra), 39, Dominic Howard (batteria), 39. È da poco arrivato il loro nuovo singolo, Dig Down, che anticipa il prossimo album (l’ottavo in studio), in...
QUASI OTTO I Muse. Da sinistra: Chris Wolstenhol­me (basso), 38 anni, Matthew Bellamy (voce e chitarra), 39, Dominic Howard (batteria), 39. È da poco arrivato il loro nuovo singolo, Dig Down, che anticipa il prossimo album (l’ottavo in studio), in...
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy