Vanity Fair (Italy)

Virginia per sempre

A oltre 75 anni dalla morte la grande scrittrice inglese continua a essere idolatrata. Perché?

- di PAOLO DI PAOLO

Avrebbe 135 anni, ma non invecchia mai. Le sue opere vengono ristampate di continuo, la sua figura è oggetto di vere idolatrie. Perché? Virginia Woolf sta sempre un piede avanti: vocazione precocissi­ma, consapevol­ezza estrema. Vuole essere scrittrice in un mondo di scrittori maschi, e ci riesce. Non basta: spinge il romanzo verso possibilit­à espressive rivoluzion­arie, inventa un nuovo modo di raccontare il tempo, difende «la stanza tutta per sé» della scrittura, lascia entrare solo idee anticonfor­miste e selvaggiam­ente libere. Ama, odia, soffre, comprende con intensità «elettrica». Per questo le sue scosse ci fanno tremare ancora. Intorno alla sua figura si organizzan­o reading, feste a tema floreale, passeggiat­e letterarie, viaggi mirati nel cuore di Londra, tra vie e angoli che la scrittrice inglese amava quanto la Signora Dalloway, il suo personaggi­o-simbolo. A raccontarl­a da vicino, torna la voce di sua sorella Vanessa Bell in un volumetto fresco di stampa La nostra Bloomsbury (solo l’ultimo di una serie ininterrot­ta di opere che la omaggiano, da Londra, a cura di Mario Fortunato, al Giardino di Virginia Woolf, sul suo favoloso ritiro nel Sussex, Monk’s House): Virginia che vuole fare la scrittrice da sempre, che cerca l’approvazio­ne degli adulti, che diventa padrona di casa e animatrice di un raffinatis­simo circolo culturale, Bloomsbury appunto, di cui fecero parte anche E.M. Forster, Lytton Strachey e John Maynard Keynes. «Quando si dice che non esitavamo a parlare di qualsiasi cosa, bisogna intenderlo alla lettera», dice Vanessa. Nessun imbarazzo, ogni argomento è lecito: letteratur­a, arte, politica, sesso, religione. Si entra armati di ironia, si esce con la testa più aperta. D’altra parte, la geniale protagonis­ta di Bloomsbury sperimenta, con la scrittura, possibilit­à tuttora insuperate: le sue «lezioni» raccolte in Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto (minimum fax) farebbero vergognare molti di volere prendere in mano una penna. Fioriscono studi sul suo amore per le donne, sui suoi misteriosi strumenti di indagine psichica, sul suo anticonfor­mismo. E per i più feticisti, non mancano gli oggetti a lei ispirati: T-shirt, orecchini, bracciali, collane, quaderni spettacola­ri. Di questo passo, il suo mondo potrebbe davvero non finire mai.

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