La fabbrica dei tormentoni
I nomi non vi diranno molto, ma dietro alle canzoni che ci ossessionano in estate ci sono TAKAGI&KETRA. Avete presente L’esercito del selfie?
Noi siamo ignoranti musicali, ma facciamo la musica. Non l’abbiamo mai studiata: ne sappiamo il necessario. Aspetti a scandalizzarsi: io ho un cugino diplomato al conservatorio, chitarra e pianoforte. Fa il fonico. Io ho fatto l’alberghiero e sono un produttore. Noi veniamo dal popolo: la borghesia della musica ha fatto il suo tempo». Avanti popolo, alla riscossa: arrivano Takagi&Ketra, produttori-Re Mida che cavalcano «la rivoluzione della musica, resa democratica dall’on demand». Takagi è Alessandro Merli, 43 anni, ex Gemelli Diversi; Ketra, 31, è Fabio Clemente, 31, ex Boom Da Bash. In coppia dal 2012, hanno anche un esercito: L’esercito del selfie, cantata da Lorenzo Fragola e Arisa, è la loro ultima fatica da oltre 2 milioni e mezzo di clic su YouTube. È solo il più recente dei tormentoni che hanno prodotto, con loro hanno lavorato Fedez e Pippo Baudo, Laura Pausini e Baby K, Calcutta e i Thegiornalisti. «Pippo Baudo ci ha onorati con un cameo nel video dell’Esercito del selfie, di ispirazione sanremese. Anche se il Festival non ha più l’autorità di una volta: è la rivoluzione musicale, appunto. Capeggiata da uno come Calcutta, emerso col passaparola digitale: noi siamo pazzi di lui, da quando ci ha affidato la sua Oroscopo. Abbiamo cambiato tutto, dal titolo al ritmo». Dopo aver prodotto Nu juorno buono (di Rocco Hunt), Roma-Bangkok (Baby K), Vorrei ma non posto (Fedez e J-Ax), per molti siete una fabbrica dei tormentoni. Qual è la ricetta? T: «Averla… Noi lavoriamo a cento brani l’anno, solo tre o quattro sfondano». K: «Ci sono però peculiarità della musica estiva: freschezza, leggerezza. Noi cerchiamo comunque di mettere dei contenuti, L’esercito del selfie scimmiotta i tic di una generazione. Ma con ironia». Tra le hit del passato quale «spaccherebbe» oggi? «Di recente a Palermo siamo saliti sul palco con Gianni Morandi. Ha attaccato C’era un ragazzo e il pubblico, quasi tutti ventenni, è esploso. Ma quello non è un tormentone. È una leggenda».