IL GIORNO PIÙ BELLO? QUELLO DELL’ADDIO
Dimenticatevi la Guerra dei Roses. Qui non ci sono piatti che volano e pianti isterici: il DIVORZIO 2.0 si affronta con il sorriso e un selfie su Instagram. Oppure con un’app, un sito, una casa «trasformabile»...
Mentre negli Stati Uniti la percentuale di separazioni amichevoli tocca il picco più alto di sempre (oltre la metà, secondo il National Center for Family and Marriage Research), su Instagram spopola l’hashtag #divorceselfie . Migliaia di coppie posano insieme sul social per festeggiare il momento in cui si firmano i documenti, e ci si può finalmente chiamare «ex». Insomma: l’«happy divorce» è una realtà sempre più diffusa. E un grande business.
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Mettere piede fuori dall’aula di tribunale con il sorriso sulle labbra non è necessariamente sinonimo di un finale alla «vissero divorziati e contenti». Per mantenere buoni rapporti a carte firmate ci pensa 2Houses. Si tratta di un’app per smartphone lanciata in Belgio nel 2011, che ha già aiutato oltre 121 mila famiglie in 45 Paesi, Italia compresa. C’è un calendario condiviso, un diario di gestione delle finanze, ma soprattutto uno store digitale per fotografie e informazioni sui figli: dal corso di violino alla visita del dentista.
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Negli Stati Uniti il divorzio felice è una vera e propria tendenza, tanto che portali come Breakupshop.com offrono servizi a pagamento per chiudere il matrimonio in maniera indolore. A gestire la fine di un amore ci pensa un assistente personale a completa disposizione. La separazione è servita su uno smartphone: 10 dollari per un sms, 20 per una email e 29 per una telefonata.
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Per i dettagli dell’accordo si passa invece dalla Divorce Hotel International, compagnia olandese che offre a entrambi gli ex un soggiorno in hotel (in stanze separate) con tanto di assistenza legale e psicologica. Le strutture si trovano negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Olanda: con prezzi che partono da 7 mila euro è possibile dire addio al partner tra un massaggio in Spa e un tuffo in piscina.
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Infine, se siete stati lungimiranti, avete messo su casa con Prenuptial Housing. Il progetto, firmato dal designer Omar Kbiri dell’olandese Studio Oba, offre un’abitazione mobile in grado di trasformarsi in due cellule del tutto indipendenti: dal contatore della luce al posto auto.
RESTARE AMICI DELL’EX, PERÒ, NON FA (SEMPRE) BENE
È possibile, ma ne vale davvero la pena? Secondo alcuni studi, circa il 60 per cento delle persone si sforza di mantenere un rapporto di amicizia con l’ex. Un team di psicologi della Kansas University invita però alla cautela: gelosia, depressione e sindrome da cuore spezzato sono infatti alcuni dei possibili effetti collaterali. Per evitare di fare la mossa sbagliata, è importante verificare le motivazioni che ci spingono a volere restare in contatto con l’ex. Secondo il gruppo di ricercatori, le principali sono quattro: quelle legate alla «sicurezza» (non si vuole perdere il supporto emotivo e la relazione di fiducia con l’ex), ai «sentimenti » (si è ancora innamorati dell’ex), alla «praticità» (relative a questioni finanziarie o a figli in comune) o al «senso di civiltà» (non si vogliono ferire i sentimenti dell’ex). Le prime due ragioni sono legate alla sfera emotiva, le altre due no. Volete indovinare quando è meglio dileguarsi?