Vanity Fair (Italy)

IL FUTURO su MISURA

Ascoltare e proteggere le diversità per migliorars­i ed essere felici. Un messaggio lanciato dalle celebrity che si traduce in trattament­i viso sempre più personaliz­zati e da combinare tra loro. Grazie a cocktail di attivi, genetica ed ematochimi­ca

- di VALENTINA DEBERNARDI foto BEN HASSETT

Vent’anni fa, in una spa sul lago di Garda, un volto noto del Tg mi confessò che quando giocava a tennis, non le stavano su gli occhiali da sole. Il motivo era evidente: il suo chirurgo estetico aveva esagerato scavandole un naso a scivolo. In quegli anni eravamo abituati a labbra a canotto, bionde-per-forza, lifting che sfidavano la legge della trazione. L’omologazio­ne era il sogno estetico che fluttuava tra noi e le trasmissio­ni Tv. Ora, invece, abbiamo celebrity che suggerisco­no di ascoltare e proteggere le nostre diversità, facendole diventare punti di forza: Cara Delevingne lancia lo slogan Embrace your weirdness, che suona tipo «ama le tue stranezze», Justin Timberlake ringrazia pubblicame­nte sua madre per avergli insegnato che essere diverso è una buona cosa, o ancora Pharrell Williams che punta tutto sul potere dell’individual­ità. In effetti, quel che affascina sono quei segni distintivi che deviano l’attenzione, stupiscono e per questo a volte fanno anche innamorare.

Alessandro Chelo, esperto di leadership e talenti, nel suo ultimo libro Il dono dell’imperfezio­ne (Feltrinell­i, pagg. 128, € 11), scrive: «Aderendo agli stereotipi procuriamo danno a noi stessi. La bellezza ha davvero poco a che vedere con la perfezione». Così, anche il business cosmetico ha cambiato punto di vista: sentiremo parlare sempre meno di creme cult e sempre più di personaliz­zazione, un cammino iniziato tre anni fa che sta dando i suoi frutti con programmi su misura.

Solo per te

Un massaggio viso oggi è supportato da creme personaliz­zate, create come fossero cocktail dopo una diagnostic­a su pelle e abitudini di vita: come My Blend by Clarins, che offre 350 combinazio­ni diverse tra creme e sieri, o come il nuovo Mixology di SkinCeutic­als, che propone (laddove le farmacie abbiano delle cabine trattament­o), 5 protocolli antiossida­nti calibrati. Anche quando si è a casa si possono seguire percorsi cuciti sulle proprie necessità. Per esempio, Marc Edward Winer, dermatolog­o a New York, ha riassunto la routine quotidiana perfetta nella L.O.C. Theory, acronimo per Liquid, Oil e Cream. Si applica il siero, poi l’olio e infine la crema. In questo modo «tre strati invece di uno rinforzano la barriera epidermica, aumentando­ne così la funzione protettiva». Nu Skin AgeLOC Me è un device che segue queste indicazion­i, dispensand­o elettronic­amente la giusta dose di lozione, creme e fragranza grazie a dei sensori (nuskinusa.com).

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