Vanity Fair (Italy)

Buono come il vino

Ne ha attraversa­te di barricate (e di mode) TONY HADLEY. Che oggi va avanti da solo

- di ALBA SOLARO

L´unica cosa di cui Tony Hadley non ha più voglia di parlare sono gli Spandau Ballet, che ha lasciato lo scorso luglio. Per il resto chiacchier­a di tutto, anche di politica: «Ammiravo Margaret Thatcher. Theresa May? Potrebbe essere un ottimo premier, certo le hanno dato filo da torcere». O della sua icona sexy: «Escludendo mia moglie, ho sempre trovato irresistib­ili Jennifer Aniston e Margot Robbie. Il numero uno comunque rimane George Clooney!». Hadley, al telefono dall’Inghilterr­a, parla di un nuovo album quasi pronto; il 23 settembre sarà in concerto al Puglia Outlet Village di Molfetta, ospite delle Village Night organizzat­e da Land of Fashion. In Italia torna spesso e volentieri, fra le altre cose, dice, per il vino buono. Qual è il suo preferito? «Il Brunello di Montalcino. E poi i vini della Sardegna, non sono un esperto ma il Cannonau è formidabil­e». Mai venuta voglia di produrne uno? «Preferisco bere». Come si fa a stare su un palco per 40 anni senza perdere la voglia? «Facendo sempre qualcosa di nuovo: ora, per esempio, Life on Mars di David Bowie, una bella sfida». Il brano che non si stanca mai di fare? «Through the Barricades: è un pezzo bellissimo, e la reazione del pubblico quando attacchiam­o non ha prezzo». C’è mai stato un momento in cui si è sentito sulle barricate? «Altroché. Questo è un business duro. Se potessi tornare indietro sarei meno ingenuo e fiducioso. Resistere 37 anni nel mondo discografi­co è stata un’impresa». Eppure ha vissuto gli anni del New Romantic, del clubbing a Soho e dei Blitz Kids... «Infatti, non volevamo fare soldi, volevamo essere diversi. Usavamo tutto, dai suoni al make-up, per sfidare le convenzion­i e ridefinire quello che era cool». E cos’è cool oggi? «Avere dignità. Provare a essere una persona buona in un mondo orribile». Che cosa dicono i suoi 5 figli della sua musica? «Zara, che ha dieci anni, è la più appassiona­ta. Mi fa sentire Ariana Grande, Shawn Mendes, Chainsmoke­rs, Panic! At The Disco, Twenty One Pilots... Ha convertito anche me. In cambio le ho fatto conoscere i Killers, Hot Fuss è uno dei dischi più belli degli ultimi vent’anni». Proviamo a fare una classifica del pubblico più bello? «Sono tutti diversi. I più pazzi sono gli americani. Gli italiani sono unici per l’entusiasmo, amano la musica e non hanno paura di mostrarlo».

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