Al Royal Baby piace «ice»
All’annuncio di un terzo principe (o principessa?) in arrivo, l’Inghilterra si è messa in attesa. Aspettando il nome, rubiamo i segreti della GLASSA REALE nella biscotteria più fiabesca di Londra
Al numero 194 di Kensington Park Road, le scatole sono già pronte a partire. Viaggio breve: Kensington Palace, dove vive la futura Royal Family inglese, e Biscuiteers, la più celebrata biscotteria di Londra, non distano più di 20 minuti di bus. La scritta «Biscuit Boutique & Icing Café» non lascia dubbi: che il terzogenito annunciato da Kate e William sia femmina o maschio, che venga chiamata Alice come la sua antenata, figlia anche lei terzogenita della regina Vittoria, oppure Arthur, come il leggendario re Artù (entrambi nomi leggermente Disney, fanno notare le signore più snob), una cosa non potrà mancare, ovvero i biscotti glassati. In un grande cubo di latta contenente un orsetto, maglioncini fatti ai ferri, scarpine ricamate e sonaglietti, tutto di biscotto (39.50 sterline, circa 43 euro) o in versione cartello Baby on Board, e naturalmente la cicogna, bianca e oro, così il sesso del nascituro non è un problema (entrambi costano 9 sterline, poco meno di 10 euro). Il negozio, nato nel 2012 cogliendo al volo il trend «classic but cool», non dice mai di no: ogni più insolita richiesta, con nomi, soggetti, design immaginabile, viene cotta, incartata e spedita in tutto il mondo (biscuiteers.com). Dagli arcobaleni militanti della causa Lgbt alle miniature degli attori di Star Wars, a intere case di bambola vittoriane con tanto di arredi, vale tutto. «Ne ho regalato uno con scritto I Love You a ciascuno dei miei figli», ha detto la food writer Nigella Lawson, consacrando la glassa reale (si chiama così da ben prima del Royal Baby). Che è facile da fare in casa: i fan italiani dell’icing sanno che tutto si basa su consistenza e lucidità. E, soprattutto, evitate di conservare una fetta della torta del battesimo per decenni nella scatola, come vuole la tradizione dei Windsor. Quella nuziale della regina Vittoria, datata 1840, dopo 176 anni è andata all’asta da Christie’s nel 2016. Non imitatela.