Vanity Fair (Italy)

UN MARE DA SALVARE

La principess­a Zahra Aga Khan presenta il forum milanese ONE OCEAN. Obiettivo: un’alleanza globale tra singoli e aziende, tra genitori e igli, per salvarci da inquinamen­to e cambiament­i climatici

- Di MARIANGELA MIANITI

uando la principess­a Zahra Aga Khan arrivò per la prima volta in Sardegna era il 1971 e aveva un anno. In quella Costa Smeralda suo padre, Karim Aga Khan, 49° capo spirituale dei musulmani ismailiti, nel 1962 aveva comprato, con alcuni soci, 3.000 ettari di spiagge e rocce trasforman­doli in resort di lusso. Su quelle sabbie Zahra Aga Khan (foto in basso) ha visto distese di gigli bianchi, oggi scomparsi, in quelle acque ha fatto le prime immersioni. «Purtroppo le ho viste cambiare, soprattutt­o negli ultimi 15 anni», racconta. «Quando mi immergo e guardo in su non vedo più l’acqua cristallin­a di un tempo, è molto triste. Non soŽre solo il Mediterran­eo: tutti i mari e gli oceani sono minacciati da milioni di tonnellate di ri“uti di plastica, legno, carta, metallo, scarti di ogni genere buttati dall’uomo. Per questo ho deciso che, anche nel nostro piccolo, bisognava fare qualcosa». Il «piccolo» a cui si riferisce Zahra Aga Khan è lo Yacht Club Costa Smeralda, di cui è presidente: si è fatto promotore, per il 3 e il 4 ottobre al teatro Franco Parenti di Milano, del primo forum One Ocean. Esperti e scienziati si confronter­anno fra loro, con il pubblico e con gli studenti sullo stato delle cose e soprattutt­o sui progetti necessari per salvare l’ambiente marino. «Ho letto i primi articoli sul cambiament­o climatico nel 1985 e mi sono resa conto subito che la mutazione era visibile. Molto dell’inquinamen­to marino di oggi invece non si nota a occhio nudo, ma è devastante e 1.300 specie rischiano l’estinzione. Non possiamo far “nta di niente perché dalla biodiversi­tà marina e costiera dipendono moltissime persone, solo tra turismo, pesca e navigazion­e, con un impatto economico pari al 5% del Pil globale. Vogliamo far conoscere problemi e rischi che corriamo al maggior numero di persone possibile e far capire che solo una cultura e comportame­nti diversi salveranno i nostri oceani e mari». Alla “ne del Forum verrà “rmata la Charta Smeralda, un manifesto di intenti che indicherà obiettivi e comportame­nti virtuosi per i singoli e per le aziende. «Ho due “gli di 15 e 16 anni. Fin da piccoli li ho indottrina­ti a essere attenti all’ambiente, a fare, per esempio, la raccolta diŽerenziata e ora sono molto sensibili. Spero nei giovani e sono convinta che si comportera­nno meglio dei genitori, ma non possiamo dare a loro tutta la responsabi­lità di riparare i danni che sono stati fatti da noi». Se le si chiede qual è ora il suo mare preferito, la risposta diplomatic­a arriva dopo una risata sincera: «Diciamo che le immersioni sotto il ghiaccio non sono le mie preferite e che il mare della Sardegna è fra quelli che amo di più».

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