Un giardino sulla Luna
Torna MICHAEL CHABON, premio Pulitzer americano, con un romanzo dolceamaro. Dove reinventa la storia del nonno materno innamorato pazzo, che ricorda un certo Barney
Nella nota introduttiva a Sognando la luna – una biogra a magistralmente romanzata del nonno materno – il premio Pulitzer (lo vinse nel 2001 con Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay) Michael Chabon, 54 anni, scrive: «Ovunque siano state prese libertà riguardo a nomi, date, luoghi… il lettore sia certo che sono state prese con il dovuto abbandono». Ed è così, lasciandosi cullare dall’amorevole vaghezza dell’autore (e del nonno), che ci s’innamora di queste pagine con denziali, in bilico tra comicità e dramma. Al termine di una vita pirotecnica, il nonno – un personaggio a metà tra Barney di Mordecai Richler e Louis delle Nostre anime di notte di Kent Haruf – ricorda. Il nipote accoglie, così come vengono e distillate da una memoria corrosa dall’età e dagli antidolori ci, le disavventure professionali e amorose di un ingegnere aerospaziale di talento e sempre in cerca di guai. Dall’infanzia a Philadelphia alla Seconda guerra mondiale, combattuta in Germania dando la caccia a Wernher von Braun perché, creando i missili V-2, aveva svenduto il proprio genio scientifico alla follia nazista (genio che gli consentirà di sviluppare il superpropulsore Saturn V, che portò la missione Apollo sulla Luna nel 1969). Segue la prigione, per aver provato a strangolare il suo capo che voleva licenziarlo; no alla vecchiaia con la moglie, malata di mente e forsennatamente amata. «Lei minacciava sempre pioggia, lui era nato con l’ombrello in mano». Lei aveva gli occhi «colore del crepuscolo a Montecarlo». Lui sogna di costruirle un giardino sulla Luna perché possano vivere in pace: riempie la casa di modellini, con loro due ridotti a pupazzi alti due centimetri. Sognando la luna (in libreria dal 28 settembre) descrive l’impossibilità di mettere alle spalle il passato, soprattutto se è guastato dall’esperienza della guerra. Per il nonno la violenza delle trincee; per lei, nata in Francia ed emigrata negli Stati Uniti già ragazza, un feroce evento privato e di cui il nipote scoprirà la natura solo alla ne del racconto. Ed è anche la commovente testimonianza del tentativo di riuscirci, a dimenticare il passato. Perché il nonno pensava che, «riparando lei, avrebbe forse riparato anche se stesso». Chabon è un giocoliere tra i generi letterari: prova ne è il suo unico romanzo per ragazzi, il liberatorio Summerland, del 2002 e appena ripubblicato in Italia.