Vanity Fair (Italy)

Senza eros, non c’è storia

Inaugura a Bologna un’antologica dedicata a MILO MANARA. In mostra, 130 opere del maestro «ossessiona­to» dal sesso. Ma che non entrerebbe mai in una camera da letto...

- di IVANO PORPORA

Nel segno di Manara è l’antologica del maestro del fumetto Milo Manara che aprirà il 22 settembre a Bologna, a Palazzo Pallavicin­i (no al 21 gennaio 2018). Sono 130 le opere esposte, tra cui alcune tavole dal Gioco e Il profumo dell’invisibile, altre anteprime assolute, segni del suo passaggio nel tempo, delle sue collaboraz­ioni con grandi personaggi del secolo, come Hugo Pratt, Fellini, Alejandro Jodorowsky, Almodóvar. Padre del fumetto e maestro dell’erotismo, ha ripreso diverse opere letterarie tra cui quelle di Omero, Apuleio, Dante e Shakespear­e, qui per la prima volta esposte.

Come coniuga il lato erotico di queste sue rivisitazi­oni con l’aura di sacralità dei classici? «Nel modo più naturale possibile. Non vedo una distanza tra un mondo e l’altro, anzi: nell’antologica è presente anche una mia caricatura, a opera di Fellini, in cui compaiono una donna nuda e Leonardo. Non ho l’ossessione della nudità o dell’erotismo: se la sceneggiat­ura sulla quale devo lavorare non li prevede, la lavoro senza problemi. Quando sono io a sceneggiar­e, metto solitament­e riferiment­i erotici perché l’erotismo è tangibile, presente ovunque: ometterlo signicherebbe amputare le storie. Le Carré ha detto: “Sono un maniaco sessuale come tutti”. Vale anche per me: non posso evitare un elemento così importante nella mia vita». Che e etto le fa vedere la sua storia esposta in un museo? «Ogni storia in mostra è legata a un periodo della mia esistenza. Riguardand­o le tavole vedo i difetti: sono molto critico nei confronti del mio lavoro. Poi giustico gli errori con l’età e l’inesperien­za, ma unire tutto è ripassare di fatto la mia vita. Non ho mai fatto diŸerenze tra vita e lavoro, anzi: ciò che emerge dal lavoro non è altro che, sempre, l’espression­e di me stesso». Le è stata contestata questa visione fatta di donne suadenti, libertà, ma anche situazioni in cui eros e sociale si incontrano. «Per me l’erotismo è un fatto sociale. Credo di non aver mai disegnato una coppia che fa l’amore in camera: è un lato privato, quello, nel quale il mio occhio non deve entrare. Dopo i grandi movimenti sessantott­ini, per fare un esempio, è molto cambiato il rapporto tra uomo e donna. È di£cile oggi per un giovane pensare a come fosse questo rapporto prima del ’68, e anche al ruolo stesso della donna. Descrivo quello». Quali sono le donne che le piace disegnare? «Le donne che si vedono per la strada, o si intravedon­o dietro una nestra che si chiude; sono loro che attirano la mia visione contemplat­iva».

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PASSIONE A FUMETTI Dall’alto, Madama Butterfly; Dalla e Ferilli; Le bisce d’acqua.
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