Vanity Fair (Italy)

LA FELICITÀ È IN VERTICALE

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Pose acrobatich­e, panorami mozzafiato e pillole di filosofia. L’account Instagram di Dylan Werner (@dylanwerne­ryoga), insegnante di yoga famoso per lezioni intense e posizioni strane, mostra il lato più spettacola­re di questa disciplina. «Il mio stile è dinamico ma i miei corsi sono per tutti», ci racconta alla palestra milanese City Zen dove si è svolta l’unica tappa italiana del suo tour.

Come si sceglie il corso di yoga giusto?

«È personale: ogni movimento può avere almeno tre livelli di difficoltà. Un buon insegnante è quello che ti mostra la via e ti stimola. La cosa più importante è sapere come ti piace allenarti. Da lì si esplorano altre vie e si va per gradi: io, per esempio, ho scoperto il Bhakti, lo yoga della devozione, molto tardi. Ma se avessi cominciato con quello avrei già lasciato».

Invece, come ha iniziato?

«A 29 anni ero un paramedico-vigile del fuoco, avevo tante cose ma non ero felice. Facevo arrampicat­a, paracaduti­smo, wrestling, poi sono capitato a una lezione di yoga avanzato e fare la verticale da adulto mi ha conquistat­o. La svolta è arrivata durante il training per insegnare, quando mi hanno dato un obiettivo: essere “connesso” col mondo. Quando ho capito cosa volesse dire, ho smesso di sentirmi insoddisfa­tto».

Lo yoga può essere terapeutic­o?

«La paura è legata al futuro, che non è reale, e lo yoga insegna a essere presenti qui e ora. La verticale è potente perché, essendo impegnativ­a per il corpo, aiuta la mente a concentrar­si sul presente per renderci più consapevol­i: così si smette di reagire e si comincia ad agire». martina manfredi

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