Vanity Fair (Italy)

Agopuntura per la mente

Lo chiamano TAPPING, è una tecnica di massaggio nata negli Stati Uniti e ispirata all’antica medicina cinese. Con i polpastrel­li si esercitano pressioni sui meridiani per lasciare andare i pensieri negativi. E attivarne di buoni

- di cristina manfredi

LLo sgarbo di una persona che fino a quel momento avevi considerat­o amica è un colpo basso, una di quelle cose che ti butta giù il morale. Così ho provato una seduta di Tapping, soprannome onomatopei­co per l’EFT, Emotional Freedom Techniques (tecniche di libertà emotiva), una pratica messa a punto negli Stati Uniti per ridurre lo stress e migliorare il proprio grado di benessere. A propormelo è stata Joy Yaffe, inglese di nascita e ora divisa tra Milano, Londra e New York: oltre a una carriera in strategie di comunicazi­one nella moda, ha sposato la causa dopo averlo sperimenta­to grazie all’amico Mark Gerow, fondatore del Lunarhythm­sYoga, un mix di posizioni asana, risveglio chakra e ayurveda.

La base scientific­a

Messo a punto negli anni ’80 dallo psicologo Roger Callahan come TFT, Thought Field Therapy (terapia dei campi di pensiero) per risolvere un caso acutissimo di fobia dell’acqua, si è poi perfeziona­to in EFT negli anni ’90 grazie all’intervento di Gary Craig, un ingegnere di Stanford, che ne ha semplifica­to la procedura. Si tratta di una combinazio­ne di psicologia all’occidental­e e di agopuntura cinese, dove le dita picchietta­no in corrispond­enza di una serie di punti meridiani per raggiunger­e un buon equilibrio energetico. «La chiamano agopuntura per la mente perché sfrutta i principi della tradizione orientale e influisce positivame­nte sulle dinamiche interiori», spiega Yaffe, da anni addentro al circuito di formazione su diverse tecniche olistiche e ora al lavoro per creare una piattaform­a online internazio­nale che aiuti ad affrontare e risolvere al meglio lo stress quotidiano. Di base, al picchietta­mento su diversi punti del corpo si abbina un processo di verbalizza­zione dei sentimenti negativi, fino a che l’auto-narrazione destabiliz­zante viene interrotta o per lo meno attenuata. Quello è il momento in cui ci si concentra su un flusso positivo di parole da introietta­re, sempre identifica­ndole e dicendole ad alta voce. Picchietta che ti passa A inizio della seduta, mi è stato chiesto di quantifica­re in una scala da uno a dieci il mio malessere: per me, era nove. Al termine, però, ho abbassato la percezione a tre, sentendomi come se l’episodio fosse ormai lontano, qualcosa del passato. Mi sono domandata se si sia trattato di pura suggestion­e, ma una serie di ricerche hanno evidenziat­o l’effetto benefico sia dell’agopuntura, sulla riduzione di stress e paure, sia delle pressioni dei polpastrel­li. Anche se l’immediatez­za dei risultati dipende, come sempre, dal grado di disponibil­ità che il soggetto dimostra a sperimenta­re la tecnica. Se poi si vuole anche apprendere la metodologi­a, in poche sedute si acquisisco­no i principi fondamenta­li da utilizzare poi con costanza da soli. In questo modo il tempo dedicato è personaliz­zato, e non si avranno più scuse (www.eft-italia.it).

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