Vanity Fair (Italy)

UN VERO AMICO

IL PRIVILEGIO DI INCONTRARE

- Caro Massimo,

Ho un amico, un solo amico nella vita. Siamo cresciuti insieme da quando avevamo dodici anni, adesso ne abbiamo cinquanta. Lui è malato e io no. Ha il sangue malato e io no. È più che un fratello perché ci siamo scelti in tutti questi anni. Per sua moglie, i suoi gli e la sua mamma sarà un delirio quando non ci sarà più. Per me sarà la ne della mia vita. Non so come farò a sopravvive­re un giorno senza la sua intelligen­za a capirmi e a capirci in questo mondo. Che già non sento più mio, che già è orrendo. Sarà che non ho gli, anche se con mia moglie ci amiamo, ci vogliamo bene, come farò a vivere? —G.

Amici è il titolo di un famoso programma televisivo, la parola più pronunciat­a e mendicata sul web, la lettera di licenziame­nto di certi amori ƒniti e la promessa quasi sempre illusoria con cui gli innamorati a senso unico vengono tenuti a bada. Restiamo amici, diventiamo amici. In Rete, poi, è tutto un mettere e togliere «amici». Averne tanti è segno di prestigio sociale. C’è addirittur­a chi se li compra. La realtà è che non siamo mai stati così soli come da quando siamo così connessi. Sono talmente tanti gli «amici» da seguire che non c’è più tempo per gli Amici da vedere. Intendiamo­ci. Le amicizie in Rete sono un’opportunit­à straordina­ria. Però ho il sospetto che la novità ci abbia preso la mano, facendoci dimenticar­e quello che la tua lettera ribadisce con la forza della disperazio­ne: che le amicizie vere scavano nel profondo e perciò richiedono tempo, concentraz­ione, disponibil­ità. Una connession­e speciale che per qualche momento escluda tutte le altre. Come dice la volpe del Piccolo Principe: «Non si conoscono che le cose che si addomestic­ano. Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomestic­ami!». Tu e il tuo amico vi siete addomestic­ati a vicenda. Vi siete scelti, scontrati, compresi, accettati. Un lavoro che richiede impegno, ed è per questo che le amicizie autentiche sono poche e quasi sempre ascrivibil­i all’adolescenz­a, il momento delle passioni assolute e del tempo dilatato e dedicato. Ogni volta che scorro uno scambio di messaggi elettronic­i tra cosiddetti «amici», ciò che più mi sconvolge è che nessuno cambia mai parere. Nella vita vera non succede così. Dopo un po’ ci si stufa di irrigidirs­i e ci si abbraccia. O ci si picchia per poi abbracciar­si. Quante amicizie indelebili sono nate da un litigio. A volte i fratelli d’elezione hanno bisogno del conitto per riconoscer­si. Sulla tastiera, invece, persino la rabbia scorre algida. Persino le frasi più belle lasciano addosso un senso di incompiute­zza e di rimpianto. Vorresti vedere gli occhi di chi le ha pronunciat­e, dargli un bacio sulla guancia o una pacca sulla spalla. L’amicizia ha una componente non eliminabil­e di ƒsicità. Sto tirandola per le lunghe nella speranza che dalle dita mi esca una frase consolator­ia. E invece mi accorgo che sarebbe meno di†cile trovarla se la vostra fosse una storia d’amore. Perché ci si può innamorare di un’altra persona a qualsiasi età. Ma essere amici nel modo in cui lo siete voi è una prerogativ­a della gioventù. Qualunque amicizia tra adulti è deformata dai ruoli, profession­ali o familiari. Per quanto possa diventare rapidament­e profonda, le mancherà sempre la memoria storica dell’adolescenz­a. L’amico del cuore ti ha conosciuto quando eri ancora un seme, non un frutto. Si ricorda i tuoi sogni rinnegati, i tuoi dolori rimossi, le tue fantasie indurite dalla prosa della realtà. Diciamola tutta: l’amico del cuore è un temibile scocciator­e. Perché a lui non la si fa. Con lui non puoi barare o nascondert­i dietro una maschera: ti ha conosciuto prima che te la mettessi. Potete anche esservi persi di vista per anni, ma quando ritorna è come se non se ne fosse mai andato. Il migliore amico non c’è mai, tranne quando ne hai bisogno. Dovrai imparare a farne a meno, come si fa a meno di una madre o di un padre, altri aŽetti insostitui­bili. Coraggio. Siamo tutti portatori di qualche handicap emotivo. Seduti sulle nostre carrozzell­e invisibili, ci sforziamo di andare avanti traendo forza anche dal ricordo di chi non c’è più.

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