Vanity Fair (Italy)

SANGUE BLU

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«No, conosco meglio i cani. Però, ho pensato che il gatto potesse essere la strada giusta per trovare il personaggi­o. In Gomorra c’è molta azione, il mio personaggi­o è uno che agisce, che ha bisogno di costruire, non può attendere. Per affermarti, non ti puoi fermare. Io sono capo di un gruppo dove sono tutti uguali, tatuati con barba lunga, c’è una sorta di violenza in questa omologazio­ne, quando si muovono si respira il pericolo». Lei a Napoli lo ha respirato il pericolo? «Guardi: non porto orologi. Questo perché da ragazzino bisognava combattere per non farselo rubare. Poi, sono stato in una stesa». Che cos’è la stesa? «Quando sparano in aria per dire: “Ci siamo noi”, e tu ti devi stendere a terra. Io ero in macchina, non potevo muovermi, e non sapevo neanche se giravano un film».

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