SALE LA MAREA NERA
Il 28 ottobre Forza Nuova prepara una «marcia su Roma». Ed è solo l’ultimo dei segnali che vedono l’ascesa dei partiti di ESTREMA DESTRA in Europa. Dalla Germania alla Slovacchia, ecco chi sono e che cosa vogliono
Persino Marine Le Pen gira al largo. Tuttavia, dopo aver passato qualche anno all’opposizione, i partiti dell’ultradestra ora aspirano a qualcosa di più. Dopo il successo degli xenofobi dell’Afd alle elezioni per il Bundestag tedesco e l’ottima performance in Austria del Partito della libertà fondato dall’ex SS Anton Reinthaller, ora in molti hanno preso coraggio. Anche altre formazioni estremiste puntano a fare bene alle urne nei prossimi mesi, dall’ungherese Jobbik a Nuova destra in Danimarca. Nel frattempo, la marea nera monta pure in Italia: i neofascisti di Forza Nuova hanno indetto per il 28 ottobre nella Capitale una manifestazione per commemorare la marcia su Roma. E, anche se la questura l’ha vietata, i militanti dichiarano di volerla comunque fare.
Oltre il Brennero
Vuole negare ai migranti l’accesso al welfare. Chiede che l’Austria aderisca al gruppo euroscettico Visegrad formato da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. E, perché no, si riprenderebbe volentieri l’Alto Adige. Si presenta così il partito austriaco di estrema destra dell’odontoiatra viennese Heinz-Christian Strache, l’Fpö, arrivato terzo alle elezioni austriache. Dopo oltre dieci anni potrebbe tornare al governo all’interno di una coalizione guidata dal giovane Sebastian Kurz, leader dei Popolari che ha vinto le elezioni.
Il Duce dell’Est
Nel 2016 il partito di estrema destra Slovacchia Nostra del neonazista Marian Kotleba è entrato in Parlamento con l’8 per cento dei voti. È un po’ come l’Alba Dorata greca: lotta contro euro, Nato, rom, musulmani. Kotleba, che si fa chiamare «Duce», ha anche cercato di creare un suo esercito personale, la Guardia del Popolo, nel quale intendeva reclutare i minori dai 12 anni in su. Governa dal 2013 la regione di Banská Bystrica, situata nel cuore del Paese: il 4 novembre correrà per un secondo mandato. Anche in Danimarca le elezioni politiche non sono poi così lontane: si voterà nel 2019. E nonostante sia stato fondato appena due anni fa, alcuni osservatori sostengono che il partito di estrema destra Nye Borgerlige (Nuova destra) abbia buone possibilità di entrare in Parlamento. Al pari dell’Afd della tedesca Alice Weidel, è guidato da una donna, Pernille Vermund. Chiede una legge che vieti alle imprese di assumere gli stranieri: per il Nye Borgerlige i disoccupati danesi devono avere la precedenza. Una manifestazione antigovernativa di Lega Nord e CasaPound, a Roma. La formazione di estrema destra ha sede nel quartiere Esquilino.
Peggio di Orbán
In Ungheria il partito antisemita Jobbik punta nel 2018 a battere Viktor Orbán alle elezioni. L’ultima volta ha conquistato il 20 per cento dei voti: da quando si è istituzionalizzato, dicono però che il movimento di estrema destra si sia ammorbidito un po’. Intanto, è anche grazie ai suoi voti che è passata la legge sulla detenzione obbligatoria per i richiedenti asilo. Ad Ásotthalom, un paesino al confine dove è stato eletto sindaco un membro del partito ultranazionalista, quest’anno sono stati banditi gay e moschee.
L’ultradestra rosa La roccaforte
La Polonia è entrata nell’Ue nel 2004, ma da quando è guidata dal partito di estrema destra Diritto e Giustizia sta diventando sempre meno europea. Colpa di una serie di misure illiberali, molte delle quali hanno preso di mira le donne (un anno fa Varsavia ha fatto marcia indietro sul divieto totale di aborto solo all’ultimo momento). In estate è stato reintrodotto l’obbligo della ricetta per la pillola dei cinque giorni dopo, nonostante il parere contrario dell’Agenzia europea per i medicinali. Le prossime elezioni si terranno nel 2019.