Vanity Fair (Italy)

TERAPIA MUSICALE

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che mentire o stare zitti non aiuti. Come si dice? Il medico pietoso fa la ferita infetta. Le donne hanno più coraggio, mentre gli uomini sono avvezzi a rimandare, sono geneticame­nte portati all’insabbiame­nto. Già nei cessi del liceo fra maschi si diceva: negare sempre, a qualsiasi costo». È lì che si è svolta la sua educazione sentimenta­le? «Diciamo che sono stato introdotto prepotente­mente e con una certa ruvidità alle donne. Ero la mascotte di un gruppo di amici più grandi, ventenni, che mi spiegavano che cosa fare, come portare a casa un certo risultato, e mi assegnavan­o i compiti. Alla sera, dovevo tornare da loro, raccontare quello che avevo fatto e, se non mi ero comportato bene, venivo processato. Insomma, non mi sono mai dovuto nascondere. E, grazie alla complicità dei miei genitori, ho cominciato a portare le mie fidanzatin­e a casa molto presto». A che età? «Dai 14 anni. Avevo anche il permesso di chiudermi con loro in camera. Di questa educazione sentimenta­le, devo dire, sono piuttosto fiero. Non sono uno di quelli che raggiunti i cinquanta sentono di dover fare ciò che non hanno fatto quando ne avevano sedici. Da tanti anni ho una compagna e sono felice proprio perché non devo colmare mancanze». Come molti uomini, anche lei ha cominciato con una compagna, Margherita Buy, più o meno della sua età, per poi scendere anagrafica­mente. Che, poi, è lo stesso che fa anche il suo personaggi­o nel film, che ha un’amante ventenne. «Ah, ma io ho una teoria. Anche se la mia compagna dice che mi sbaglio». E sarebbe? «Lasci perdere la mia storia. Io sono stato single per molto tempo fino a che, a 40 anni, ho incontrato una ragazza di 22. Una differenza di età che col passare del tempo si è fatta meno rilevante perché, in qualche modo, siamo cresciuti insieme. La mia teoria riguarda nello specifico gli uomini che si ritrovano soli a 50, 60 anni. Ho un amico che, per rifarsi una vita, è costretto di nuovo a far tardi la sera, ad andare nei pub. La questione è che in quei luoghi dove l’uomo maturo ritorna a essere cacciatore è più facile trovare una fauna fatta di ragazzine piuttosto che di cinquanten­ni. E credo anche che sia più difficile trovare una coetanea libera che ti voglia veramente, piuttosto che la ventenne che s’innamora di te». La sua compagna è nata come lei a Grumo Appula, tredicimil­a abitanti in provincia di Bari. Una strana combinazio­ne. «A 19 anni mi ero fidanzato con una scandinava. Allora pensavo di dover andare a trovare la donna nel luogo più lontano possibile. Ho anche vissuto in Norvegia per un anno ed ero convinto che avrei trascorso la mia esistenza tra Oslo e i fiordi. Invece, sono tornato e sono orgoglioso di aver trovato la mia compagna nel mio stesso paese dopo un lungo viaggio. Non è stata una combinazio­ne, ma il frutto di una ricerca». In un’intervista ha dichiarato una cosa tipo: «Ho una compagna e un analista». Come se facesse parte della famiglia. «Frequento lo stesso analista da tanti anni e, siccome è risaputo che dopo un po’ ti mollano, mi sono fatto promettere sotto giuramento che non mi avrebbe mai lasciato». Una sorta di matrimonio. Serve? «Sì. Mi ha aiutato a non disperderm­i nel mondo, e soprattutt­o a non credere alla cazzata che se un artista va in terapia diventa meno artista perché, in quanto artista, uno

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