Vanity Fair (Italy)

QUESTO POTERE»

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ouis C.K., uno dei comici più bravi e più importanti del mondo, ha ammesso le molestie e si è scusato. Lui che ha sempre provocato e dissacrato e detto quello che molti pensano ma non dicono, stavolta ha usato parole sensibili e prudenti: «Sul momento avevo pensato di non far nulla di male perché chiedevo sempre prima... Col tempo ho imparato che quando hai potere se chiedi a qualcuno di guardare il tuo sesso quella non è una domanda, per loro è una situazione molto difficile. Il potere che avevo su queste donne era che mi ammiravano, e me ne sono servito in modo irresponsa­bile. Ne provo rimorso». ecine di sue colleghe o aspiranti tali, sull’onda della campagna #metoo, avevano denunciato il fatto che Louis C.K. si fosse masturbato davanti a loro: lui lo ha ammesso e si è scusato. E ha detto che ora, lui che ha sempre detto tutto quel che voleva, si prende una pausa per tacere e ascoltare. Un comportame­nto che fa riflettere, come le parole che ha usato nella sua lettera di scuse. Mezzo mondo parla di molestie e si divide sul tema. In Italia domenica sera si attendeva col fiato sospeso il servizio delle Iene sul caso del regista italiano, Fausto Brizzi, che avrebbe molestato almeno dieci aspiranti attrici nel suo loft con Jacuzzi. Io non l’ho visto, ma ero a un Festival dove non si parlava d’altro, e mi si chiedeva un parere. È difficile dare pareri generali, perché le storie di molestie di cui si sta parlando da Weinstein in poi sono diverse l’una dall’altra. In alcuni casi, quando vengono tirate fuori vecchissim­e storie su personaggi che non hanno mai avuto la fama di seduttori seriali, verrebbe da invocare l’oblio. In molti altri invece, sebbene non mi piacciano per niente i processi sommari fatti in television­e e le gogne mediatiche, è difficile non pensare a Louis C.K. e alle sue parole responsabi­li (anche se fossero state suggerite da un avvocato, restano responsabi­li). Nel suo caso non si trattava nemmeno di una più o meno esplicita richiesta sessuale in cambio di lavoro: le donne alle quali chiedeva se poteva masturbars­i davanti a loro erano colleghe che lo ammiravano. La parola ammirazion­e in questo caso è davvero importante: un sentimento che esercita già un potere. Figuriamoc­i quale è il potere di un regista molto popolare che convoca una giovane attrice o aspirante tale per un provino e poi la molesta. Mi sembra evidente che si tratti di un comportame­nto deprecabil­e e inaccettab­ile. attrice Nancy Brilli ha detto cose molto sagge sul fatto che non ci si dovrebbe nemmeno trovare in queste situazioni, che non si fanno provini a casa di un regista, che bisogna andarsene al primo comportame­nto ambiguo, ma tralascia il fatto che non tutte le ragazze hanno la lucidità o il carattere per farlo e che non per questo è giusto che si trovino in certe situazioni. Sono i molestator­i che non devono molestare, non le molestate che avrebbero potuto non farsi molestare.

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