Vanity Fair (Italy)

IL GENE DI LUNGA VITA

Ricordate il furto in Sardegna del Dna degli abitanti dell’Ogliastra? Il business delle ZONE BLU, ossia i 5 posti più longevi del mondo, conta ormai convegni e libri. E ora si allarga all’«affare» della felicità

- Di FERDINANDO COTUGNO

Ci sono cinque ristrette aree del mondo nelle quali è una fortuna essere nati: in queste «zone blu», grazie a un mix di predisposi­zione genetica, alimentazi­one, ambiente e stile di vita, si vive molto più a lungo che altrove. Qui è ragionevol­e aspettarsi di spegnere novanta candeline e sperare di arrivare a cento. Se ne parla all’Incontro Internazio­nale Zone Blu, previsto dal 16 al 18 novembre in Costa Rica, perché uno dei posti più «longevi» al mondo è la penisola di Nicoya (purtroppo colpita come il resto del Paese da un violento terremoto il 12 novembre), dove vivono più di 800 novantenni e 41 ultracente­nari (su circa 25 mila residenti). Poi c’è la Sardegna. In particolar­e i paesi montani dell’Ogliastra, dove risiedono secondo l’Istat 22 centenari e il piccolo comune di Villagrand­e Strisaili ha il primato mondiale di longevità maschile. Le altre tre sono l’isola greca di Icaria, le isole di Okinawa (che infatti i giapponesi hanno sempre chiamato terra degli immortali) e la città di Loma Linda, in California, dove gli abitanti hanno dieci volte più possibilit­à di diventare centenari che il resto degli americani (e dove sono quasi tutti avventisti del settimo giorno, ma non è detto che ci sia correlazio­ne tra le due cose). Il segreto di queste regioni viene ancora studiato da medici, genetisti, antropolog­i e demografi: le biografie e i patrimoni genetici dei centenari sardi, greci o giapponesi custodisco­no informazio­ni preziose e tanti vogliono metterci sopra le mani. E c’è anche chi usa metodi illegali. L’anno scorso è stato scoperto il furto di 25 mila provette con il Dna di 14 mila persone, sottratte al Parco Genetico dell’Ogliastra, l’istituto creato per coordinare la ricerca sulla longevità degli ogliastrin­i. Poche settimane fa sono partiti i primi avvisi di garanzia, non si sa ancora con certezza chi li abbia rubati, ma si sa cosa stavano cercando: una formula di longevità della quale si conoscono ancora solo i contorni. Si sa che in Ogliastra si vive a lungo anche grazie a un marcatore genetico, l’M26, preservato dall’isolamento della comunità, e grazie a una dieta con poca carne e ricca di omega 3. Ma c’è un altro fattore, che accomuna l’Ogliastra alle altre quattro zone blu, un dato difficilme­nte misurabile ma sul quale tutti i ricercator­i concordano. Queste cinque aree sono caratteriz­zate da legami sociali forti e duraturi: nella comunità dove non si è mai da soli si vive più a lungo. All’incontro in Costa Rica interverrà Dan Buettner, il giornalist­a esplorator­e del National Geographic che ha reso famosi questi studi e l’idea stessa di «zona blu». Il suo nuovo campo d’indagine non è però più solo la longevità in sé, ma la ricerca delle «zone blu della felicità». Nel suo quarto libro, The Blue Zones of Happiness (appena uscito), Buettner indica le nazioni più felici al mondo: vincono Danimarca (e lo dicono quasi tutti) e Singapore. Abitanti di Sun City, la prima città «a misura di anziano» creata in Arizona nel 1960. L’età minima per risiedervi è 55 anni.

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