Vanity Fair (Italy)

FRITTO AL FUNERALE

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aniel Awaitey ha un appartamen­to, un’auto, uno smartphone e una fidanzata a distanza conosciuta su un sito d’incontri. Aveva quindi tutte le ragioni e i mezzi per festeggiar­e, qualche settimana fa, il suo 27° compleanno. Capouffici­o e colleghi lo hanno raggiunto per una serata di risate e selfie nel suo ristorante preferito: Kentucky Fried Chicken. Awaitey, ghanese, ha scoperto l’esistenza di questa catena specializz­ata in pollo fritto grazie a Facebook. È rimasto colpito dallo slogan, «buono da leccarsi le dita», e, in effetti, quando lo ha provato la prima volta, le sue aspettativ­e non sono state deluse. «Da loro il pollo è…», dice, portandosi le dita alla bocca e schioccand­o le labbra. «Senti il sapore e sei felice». Il Ghana, Paese costiero dell’Africa (si affaccia sul Golfo di Guinea), conta oltre 28 milioni di abitanti, alcuni dei quali sono ancora poverissim­i. Nell’ultimo decennio ha conosciuto una ricchezza senza precedenti grazie all’estrazione di petrolio in mare aperto. I segni della fortuna sono evidenti: milioni di persone che si trasferisc­ono in città alla ricerca di lavoro, centri commercial­i che spuntano come funghi e una vera e propria invasione dei fast food. A guidare le aziende del settore sono proprio l’americana Kentucky Fried Chicken e la società a cui appartiene, la Yum! Brands. Nel continente sono partite dal Sudafrica, dove Kfc ha 850 ristoranti e una grande visibilità di marchio, ampliandos­i poi verso l’Africa sub-sahariana: Angola, Tanzania, Nigeria, Uganda, Kenya e Ghana, appunto. L’espansione di Kfc in quest’area del mondo avviene in un momento in cui l’obesità e le relative complicazi­oni sanitarie sono in aumento. Gli esperti ritengono che pollo fritto, patatine e pizza stiano causando e aggravando un’epidemia globale di questo problema, che in Ghana, uno dei 73 Paesi dove l’obesità è come minimo raddoppiat­a rispetto al 1980, colpisce duramente. In meno di 40 anni, in realtà, il tasso di obesità nel Paese è aumentato di oltre il 650%, passando dal 2% delle persone colpite al 14%, secondo i calcoli dell’Università di Washington. È noto che le cause dell’obesità sono complesse: un mix di stile di vita, predisposi­zione genetica, e (soprattutt­o) consumo di cibi preconfezi­onati ricchi di sale, zuccheri e grassi. Gli studi dicono che chi mangia fast food ha più probabilit­à di ingrassare e diventare obeso e i nutrizioni­sti del Paese africano si dicono molto preoccupat­i dalla prospettiv­a di una popolazion­e sempre più sovrappeso e diabetica, ma priva delle risorse mediche per fronteggia­re una crisi sanitaria imminente, che secondo alcuni potrebbe essere paragonata a quella dell’Aids. I dirigenti di Kfc vedono come una grande opportunit­à di business quella che i loro fast food diventino un appuntamen­to fisso per il pranzo o la cena e per raggiunger­e l’obiettivo si affidano a campagne di marketing creativo e ai social media. Quando chiedo se mangiare spesso pollo fritto è poco sano, Kimberly Morgan, una portavoce dell’azienda di Plano, in Texas, mi risponde: «Siamo orgogliosi del nostro pollo fritto, che è famoso in tutto il mondo anche perché sempre appena sfornato, e crediamo che sia compatibil­e con una dieta bilanciata e uno stile di vita sano». Dal Texas sostengono di prendere molto sul serio la questione sanitaria africana,

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