Vanity Fair (Italy)

MANTENERE IL TERRITORIO»

«NON ESISTE LA VIOLENZA, NON C’È MAI STATO CONFLITTO ARMATO, MA È UN POPOLO DI SOPRAVVISS­UTI IN LOTTA PER

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Non c’è acqua potabile, l’elettricit­à va e viene, non c’è l’ospedale, né un vero pronto soccorso, né la stazione di polizia. Nemmeno la chiesa si vede, e questa forse è l’assenza più clamorosa da queste parti del Caribe, dove la devozione è collettiva, sanguigna e sempre pronta a sconfinare nella suggestion­e. Realismo magico sudamerica­no allo stato puro. Per un volta, il più abusato neologismo della letteratur­a possiamo evocarlo a buon diritto: Gabriel García Márquez è il connaziona­le più famoso degli abitanti di Santa Cruz del Islote, che si trova al largo della Colombia, a circa due ore di barca da Cartagena de Indias. Un luogo magico lo è, potrebbe averla inventata tranquilla­mente proprio «Gabo» in uno dei suoi romanzi, ma Santa Cruz del Islote è anche l’isola più popolata del mondo: 1.273 abitanti per i suoi minuscoli 12 mila metri quadrati di territorio, circa due campi da calcio. Ogni residente ha a disposizio­ne uno spazio vitale di 10 mq. L’isola, anche se meno famosa, è quattro volte più affollata di Manhattan. Le case sono meno di 200, i negozi due, riforniti dalle barche che vanno e vengono dalla terraferma. Ci sono anche un ristorante e una scuola per 80 bambini. Non tutti del paese: nelle isole vicine non ci sono scuole e i già pressati abitanti ricevono anche lo sbarco mattutino degli studenti pendolari delle elementari. «Sono sempre stato curioso di quest’isola, ho sempre voluto venirci, ma all’inizio non è stato facile», dice Charlie Cordero, il 27enne fotografo colombiano autore del reportage di queste pagine. «Volevo scoprire come sono i rapporti tra i suoi abitanti, come fa un così grande numero di persone a vivere in uno spazio così piccolo, che cosa cambia nelle loro vite, se questo mondo ristretto modifica il modo in cui si relazionan­o adulti, bambini, adolescent­i». All’inizio per il fotoreport­er, nonostante sia specializz­ato nei temi sociali delle minoranze e abituato a confrontar­si con crisi, conflitti armati e questioni di genere (ha vinto numerosi premi sia in Colombia che all’estero), approdare a Santa Cruz non è stato semplice.

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