Vanity Fair (Italy)

UNA TAVOLA PER CREDERE ANCORA

Kelly Clark, la regina dello snowboard, a PYEONGCHAN­G 2018 si gioca l’ultima medaglia: e non era scontato, finché una Bibbia...

- di ILARIA CHIAVACCI

Un tubo tagliato a metà, ma fatto di neve e ghiaccio. Kelly Clark, con la sua tavola, parte da una sommità, scivola nella pancia del tubo ed esce, saltando, dall’altra. La sua «firma» è il 1.080: tre volte una rotazione completa su se stessa. In questa gara, che si chiama halfpipe ed è disciplina olimpica dal 1998, Kelly ha più medaglie di chiunque altro. A PyeongChan­g, che sarà la sua quinta e ultima Olimpiade, punta a portarne a casa un’altra. Eppure, il vero obiettivo della sua vita è un altro. Ci si abitua, ad andare alle Olimpiadi? «Non importa quante volte ci sei stato, ogni volta è emozionant­e come la prima. In 30 secondi ti giochi il lavoro di 4 anni: è tosto». In Corea del Sud sarà la veterana: anche questo è un record... «Ma è il solo che non mi fa piacere battere. Mi è capitato di trovarmi sul podio insieme a persone la cui età sommata insieme raggiungev­a la mia. È il momento che si affermi una nuova generazion­e, sono consapevol­e che nello sport sia così. Alle nuove atlete lascio in eredità più visibilità di quando ho iniziato io. Molti passi in avanti li dobbiamo a Donna Carpenter, Ceo di Burton, marchio simbolo di questo sport. Ha fatto tantissimo: dallo sviluppo di prodotti studiati al femminile ai premi in denaro». Che cosa farà quando non gareggerà più? «La decisione finale la prenderò in primavera, ma probabilme­nte questa è la mia ultima stagione. Dopo avrò più tempo da dedicare alla Kelly Clark Foundation: diamo la possibilit­à a ragazzi con difficoltà economiche di beneficiar­e di programmi di allenament­o. Come dimostra la storia di Maddie Mastro: per anni si è allenata con noi, ora è con me nel team olimpico». Oltre che benefattri­ce, lei è anche molto religiosa. «Se non avessi scoperto la fede cristiana a quest’ora non sarei qui. Mi sarei bruciata tanto tempo fa. All’inizio credevo che il senso di tutto fosse avere successo, e io a 18 anni ne stavo avendo molto: avevo vinto l’oro ai Giochi invernali e poi ci fu il podio agli X Games (una specie di Super Bowl dello snowboard, ndr). Ma non riuscivo a trovare uno scopo. Ero arrivata a pensare che se non mi fossi più svegliata non me ne sarebbe importato molto». Poi che cosa è successo? «Una ragazza era caduta in gara, e un’altra l’ha tirata su dicendole: “Gesù ti vuole ancora bene”. Ho avuto quella frase in testa tutto il giorno, poi in albergo ho cercato la Bibbia, negli Stati Uniti c’è in tutte le camere. Non ne avevo mai aperta una e non sapevo da dove iniziare. Così sono andata a cercare la ragazza nella sua stanza e le ho chiesto: parlami di Dio. Immagini la sua faccia, ero la numero uno». Prega prima delle gare? «La mia idea di preghiera è più che altro una conversazi­one con Dio, fa parte della mia routine giornalier­a». Tiene conferenze e ha scritto un libro, Inspired: è un modello per molti, chi la segue? «Non solo sportivi. Condivido il mio sistema di valori e la mia storia per essere d’aiuto. Non è una guida per vincere la medaglia d’oro, ma è rivolto a chi cerca una motivazion­e personale: parlo di come fissare obiettivi, gestire insuccessi, affrontare paure e momenti difficili». A proposito di paure, le sue quali sono? «A parte gli squali? Quello che non posso prevedere. Nello snowboard, anche se non sembra, è tutto estremamen­te calcolato».

 ??  ?? IN VOLO Kelly Clark, 34 anni, americana. Nella sua carriera ha vinto tre medaglie olimpiche, ma in totale le sue vittorie sono più di 70. All’Olimpiade invernale di PyeongChan­g gareggia dal 12 febbraio.
IN VOLO Kelly Clark, 34 anni, americana. Nella sua carriera ha vinto tre medaglie olimpiche, ma in totale le sue vittorie sono più di 70. All’Olimpiade invernale di PyeongChan­g gareggia dal 12 febbraio.

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