Vanity Fair (Italy)

Che sapore ha la sostenibil­ità?

In strada, in quota o in cucina. Ecco la ricetta servita al Care’s - The Ethical Chef Days 2018 in Alta Badia

- di FRANCESCA CIBRARIO

Siamo sull’Himalaya, nel campo base del Makalu, e mio marito Romano butta l’occhio nella tenda di una spedizione commercial­e: dentro c’è nientemeno che un forno da incasso». Con questo aneddoto che risale al 2016, Nives Meroi, tra le maggiori alpiniste della storia, spiega come le ascensioni in alta quota siano sempre più «un turismo d’assalto». «Arriviamo come caterpilla­r e con grande presunzion­e portiamo il nostro modello, come se debba essere quello universale». E tutti i rifiuti prodotti in Nepal, lì rimangono: non esiste un sistema di smaltiment­o. «L’Everest ospita 60 voli di elicottero al giorno, per far raggiunger­e comodament­e ai turisti i 6 mila metri». Un inquinamen­to che è anche culturale. «Noi, invece, abbiamo scelto un alpinismo che preferisce togliere, essenziale e che non lasci traccia del nostro passaggio, nemmeno l’immondizia». Così niente ossigeno, né portatori. Dopo aver conquistat­o a maggio scorso anche l’Annapurna – diventando l’unica coppia al mondo ad aver scalato tutti e 14 gli ottomila della Terra – Nives e Romano Benet questa volta sono saliti nella nostra Alta Badia per partecipar­e al Care’s - The Ethical Chef Days, l’evento dedicato alla cucina etica nato dalla partnershi­p tra lo chef Norbert Niederkofl­er e Audi (vedi a pag. 132). Perché, in strada, in cucina o in quota c’è sempre un modo per muoversi con un impatto minore. «Sei tu che devi seguire la natura, che ti dà in ogni stagione i prodotti giusti»: è questa la ricetta per la sostenibil­ità del tristellat­o Niederkofl­er. «Nella mia cucina non voglio limitarmi a recuperare gli sprechi: voglio evitare di produrli». Infatti, il tema di questa edizione del Care’s è proprio il no waste, cioè la riduzione e la valorizzaz­ione degli scarti alimentari. «Abbiamo deciso di essere sponsor di questo evento fin dalla prima edizione perché c’è un comune sentire», racconta Fabrizio Longo, direttore di Audi Italia. «Anche noi stiamo esplorando le nuove vie della sostenibil­ità». Il costruttor­e tedesco, infatti, ha un nutrito ricettario «verde» da servire in strada. «Ci siamo impegnati a portare sul mercato, in meno di un decennio, 20 modelli elettrici», a partire dal 2018 quando arriverà il nuovo e-tron, prima Audi di serie totalmente elettrica. Ma, intanto, si punta anche su un altro tipo di propulsion­e: «Il metano è portatore di valori come sicurezza, risparmio e compatibil­ità ambientale: da un punto di vista ecologico è addirittur­a più virtuoso dell’elettrico, perché nasce da energie rinnovabil­i e non produce scarti». E per dimostrarl­o Audi ha portato a San Cassiano la sua flotta a metano: la compatta A3 gtron e le nuove A4 Avant g-tron e A5 Sportback g-tron, sostenibil­i e super-tecnologic­he. «Oggi, grazie alla tecnologia, c’è un cambio di paradigma della mobilità: è più matura, attenta e protettiva. È giunto il momento di ristabilir­e il patto d’amore con l’auto che, per qualche tempo e per qualche motivo, è stato minato».

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IN VETTA Sopra, le Audi g-tron sulle strade dell’Alta Badia. Sotto, da sinistra, la ricercatri­ce Leila Meroi, sua sorella Nives e Romano Benet, alpinisti.

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