E RESTO SOLA CON LA MIA GELOSIA
Caro Massimo,
Per esperienza altrui e personale, grazie a varie letture e approfondimenti psicologici, so già che la gelosia dipende da scarsa autostima, da manie di controllo e paura dell’abbandono. Credo anche di sapere che è un tarlo che logora e che può seriamente portare al disfacimento totale di una relazione. Mi ritengo una persona mediamente intelligente e razionale, tuttavia non riesco proprio a uscirne. Non sono gelosa a tutto tondo, ma delle situazioni che non conosco, e nella mia testa mi invento storie dalle peggiori tinte possibili, che ovviamente quasi mai corrispondono alla realtà. Ogni volta che il mio partner inizia un nuovo corso, o quando arriva una nuova collega, mi sento molto a disagio fino a quando non conosco meglio la situazione, valutandola sicura, affidabile. Pensa poi se il test «sicurezza e affidabilità» non viene superato... In quei momenti, la razionalità fa le valigie e parte per un lungo viaggio, e io resto sola con le mie paure e la frustrazione di non saperle arginare. Il fatto che la nostra storia sia nata dal rispettivo tradimento dei nostri precedenti partner di certo non aiuta. —AA Se la lettera parlasse solo di gelosia, non ci sarebbe altro da aggiungere a quello che hai già detto tu. Scarsa autostima, mania (e smania) di controllo, paura dell’abbandono. Ma nelle tue parole c’è molto di più. C’è la scoperta che la conoscenza delle cause di un problema non produce automaticamente la sua soluzione. Io posso avere esplorato le ragioni psicologiche per cui ogni sera mi ingozzo di cioccolato fondente davanti alla tv, ma continuerò a strafogarmi lo stesso. Questo dipende dal fatto che conoscenza e consapevolezza sono due cose diverse. Tu conosci razionalmente i motivi che ti portano a essere gelosa del tuo partner, ma continui a non esserne consapevole a livello profondo. E così cadi vittima di una coazione a ripetere che probabilmente ha effetti anche sulla salute, dato che chi non porta a galla le proprie ansie finisce per somatizzarle. A livello razionale sei saggia. È a livello emozionale che rimani immatura. Di fronte agli stimoli dettati da una determinata situazione (la trasferta del partner, l’arrivo di una nuova collega), le tue viscere entrano in subbuglio, vedendo pericoli in qualsiasi donna che entri nel raggio d’azione del tuo uomo. E poiché ciascuno di noi non ottiene ciò che vuole, ma ciò che è, una persona gelosa continuerà ad attrarre motivi per esserlo sempre di più. Anche se a parole ti dichiarerai superiore a certe pulsioni, nei fatti ci ricadrai dentro di continuo. Fino al giorno in cui le paure si materializzeranno in un paio di gambe che faranno girare veramente la testa al tuo uomo. Non te la sto tirando. Al contrario, vorrei aiutarti a scongiurare questa eventualità. Nell’unico modo possibile: consapevolezza, consapevolezza, consapevolezza. Quando la gelosia arriva, non cercare di mandarla via con uno degli impeccabili ragionamenti in cui sei maestra. Accoglila, lasciale fare il suo sporco lavoro. Ma, invece di opporti a lei, osservala. E amala, perché fa parte di te. Ama quella bambina spaurita che in ogni spiraglio di novità vede una minaccia anziché un’occasione. Mandale amore, piangi e ridi con lei, e fregatene se ti sembra di essere matta. I matti sono gli altri che queste cose non le fanno e vanno avanti ad ansiolitici e antidepressivi. Dopo un po’ succederà qualcosa che non avevi mai neppure immaginato. La gelosia continuerà a esserci, ma non ti darà più fastidio. Non avrà più il potere di cambiarti l’umore, perché quel potere glielo avrai tolto tu. A me è successo con un altro mostro: la timidezza. Da ragazzo ero talmente timido che, quando a scuola arrivò uno scrittore a farci lezione (e io sognavo di fare lo scrittore!), non ebbi il coraggio di fargli una sola domanda. Mi limitai a scriverla, su un foglietto che passai a un compagno. Il quale la declamò come sua, incassando i complimenti dello scrittore, mentre io diventavo rosso senza che nessuno capisse il perché. Per anni ho razionalizzato la questione e divorato decine di saggi sull’argomento, senza però mai venirne a capo. Finché ho deciso di non combatterla più. Mi sono lasciato invadere dalla timidezza, senza giudicarla né giudicarmi. Ho imparato a volerle bene e adesso riesco a parlarne addirittura su un giornale. Anche tu imparerai a volere bene alla tua gelosia, appena smetterai di identificarti con essa.