Chi guarda alle ELETTRICI
Lo scandalo Weinstein, l’onda di indignazione di #MeToo, il movimento Time’s Up hanno riportato i diritti delle donne al centro del dibattito pubblico. Ma nei programmi dei partiti politici che animano la campagna elettorale se ne parla (molto) meno. Solo qualche proposta in grado di fare la differenza: sul gender pay gap, la differenza salariale uomo-donna, e non solo.
UN «CODICE ROSA»
La lista Insieme, formata dal Partito socialista italiano, i Verdi e Area civica, promette di aumentare ulteriormente le risorse destinate al Fondo per i centri antiviolenza contro il femminicidio: l’ultima legge di Bilancio le ha triplicate, portandole a 30 milioni di euro nel 2018. La lista della coalizione di centrosinistra chiede anche di istituire il «codice rosa» in tutti gli ospedali.
PIÙ ASILI PER TUTTI
Per supportare le donne che lavorano il Partito democratico di Matteo Renzi punta a incentivare la flessibilità oraria. Promette anche di abbattere il costo degli asili nido e di riconoscere il lavoro di cura. Liberi e Uguali di Pietro Grasso pensa invece a un piano straordinario per l’occupazione femminile. La lista Insieme vuole usare gli appalti pubblici per contribuire allo sviluppo dell’imprenditoria rosa.
UOMINI E DONNE, UGUALI
Per la lista +Europa guidata da Emma Bonino il gender pay gap rappresenta una priorità. Auspica nuove regole contro la disparità salariale in grado di rendere uguali i valori retributivi tra uomini e donne che svolgono lo stesso impiego: a questo scopo prevede d’introdurre un sistema di controlli efficaci e sanzioni significative per le aziende che non si metteranno in regola.
CASALINGHE FELICI
Forza Italia strizza l’occhio a mamme e casalinghe tricolori e promette una pensione da mille euro anche a quelle che non hanno mai versato contributi. In Italia secondo l’Istat ci sono 7,3 milioni di casalinghe. A proposito di pensioni e legge Fornero: l’M5S di Luigi Di Maio è a favore del prolungamento del regime sperimentale Opzione donna.