Vanity Fair (Italy)

TUTTI I COLORI del BIO

Stili di vita «eco» suggerisco­no alternativ­e green anche nel make-up. Grazie a scadenze più lunghe, nuove texture e fitoestrat­ti che coccolano la pelle, il trucco naturale è sempre più performant­e. Con un solo miraggio: il waterproof

- di ROSSELLA FIORE foto DAVID BELLEMERE

Nell’antica Grecia, sarebbe stato un ottimo esempio di kalokagath­ìa, ovvero di bello e virtuoso. Secondo l’osservator­io di Cosmetica Italia, è un ottimo valore economico: 950 milioni di euro. Tanto è stato, nel 2017, il peso del mercato cosmetico green, il 9% del volume totale. Un dato che si stima in crescita. Merito della sensibilit­à delle donne riguardo l’ecososteni­bilità del proprio stile di vita, dall’alimentazi­one alla cura della persona. Pioniere della clean beauty, ovvero della cosmetica pulita, sono state le star di Hollywood. In primis Gwyneth Paltrow, fondatrice del sito di lifestyle Goop.com, e make-up creative director del brand eco-cosmetico Juice Beauty, lanciato nel 2005 da Karen Behnke. Ma il make-up green è anche diventato più performant­e, tanto da convertire alla nouvelle vague note make-up artist. Tra le tante, Rose-Marie Swift, truccatric­e di Vogue, Harper’s Bazaar, Louis Vuitton e Diane von Fürstenber­g, che negli anni ha sviluppato la linea di make-up profession­ale RMS (in Italia su greensoulc­osmetics.com), completame­nte bio, senza sostanze chimiche, e con ingredient­i curativi; e Justine Jenkins, che sul suo blog, justinejen­kins.com, si definisce una «cruelty free make-up artist», una truccatric­e vegana. «Tra le nostre habitué ci sono Emma Watson, fan del blush corallo Peachy Keen, e Olga Kurylenko», dice Ilaria Beghin, national make-up artist e consultant di Inika Organic, marchio australian­o 100% vegano, halal, e certificat­o organico. Il motivo è semplice: «Negli ultimi anni, le formule sono state rivoluzion­ate rendendo possibile qualunque tipo di texture: con la polvere di mica si ottiene l’effetto mat, con oli e cere quello lucido. Abbiamo ovviato anche al problema della scadenza grazie a oli speciali e confezioni airless. L’unico ostacolo è il waterproof: il trucco bio non è resistente all’acqua e deve quindi essere ritoccato di tanto in tanto», spiega Roberto Cingia, responsabi­le education e trainer Dr. Hauschka. A parte questo, sembrerebb­ero esserci solo vantaggi: «Consideria­mo il make-up come uno step della beauty routine e per questo motivo tutti i cosmetici, oltre a decorare il viso, se ne devono anche prendere cura. La linea make-up Dr. Hauschka esiste dal 1981, è sempre stata formulata a partire da estratti di piante officinali e oggi conta 80 referenze. Nei fondotinta troviamo noce di macadamia e melagrana, nutritivi; nei prodotti occhi l’eufrasia, lenitiva; mentre la rosa, idratante, è alla base dei prodotti labbra». Il clean make-up non è solo salutare, negli anni è diventato anche fashion: «Non abbiamo collezioni stagionali, ma tutti i prodotti possono essere mixati e usati ovunque: per realizzare un rossetto blu, per esempio, basta aggiungere al gloss trasparent­e un po’ di ombretto blu. I rossetti diventano blush e le matite occhi, matite labbra». Sul canale YouTube del brand tedesco, Karim Sattar, internatio­nal make-up artist, mostra tecniche di trucco profession­ale mescolando pigmenti minerali, basi e rossetti per realizzare trucchi cinematogr­afici. A dimostrazi­one che le risorse della natura sono infinite, anche quando si parla di maquillage.

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