TUTTI I COLORI del BIO
Stili di vita «eco» suggeriscono alternative green anche nel make-up. Grazie a scadenze più lunghe, nuove texture e fitoestratti che coccolano la pelle, il trucco naturale è sempre più performante. Con un solo miraggio: il waterproof
Nell’antica Grecia, sarebbe stato un ottimo esempio di kalokagathìa, ovvero di bello e virtuoso. Secondo l’osservatorio di Cosmetica Italia, è un ottimo valore economico: 950 milioni di euro. Tanto è stato, nel 2017, il peso del mercato cosmetico green, il 9% del volume totale. Un dato che si stima in crescita. Merito della sensibilità delle donne riguardo l’ecosostenibilità del proprio stile di vita, dall’alimentazione alla cura della persona. Pioniere della clean beauty, ovvero della cosmetica pulita, sono state le star di Hollywood. In primis Gwyneth Paltrow, fondatrice del sito di lifestyle Goop.com, e make-up creative director del brand eco-cosmetico Juice Beauty, lanciato nel 2005 da Karen Behnke. Ma il make-up green è anche diventato più performante, tanto da convertire alla nouvelle vague note make-up artist. Tra le tante, Rose-Marie Swift, truccatrice di Vogue, Harper’s Bazaar, Louis Vuitton e Diane von Fürstenberg, che negli anni ha sviluppato la linea di make-up professionale RMS (in Italia su greensoulcosmetics.com), completamente bio, senza sostanze chimiche, e con ingredienti curativi; e Justine Jenkins, che sul suo blog, justinejenkins.com, si definisce una «cruelty free make-up artist», una truccatrice vegana. «Tra le nostre habitué ci sono Emma Watson, fan del blush corallo Peachy Keen, e Olga Kurylenko», dice Ilaria Beghin, national make-up artist e consultant di Inika Organic, marchio australiano 100% vegano, halal, e certificato organico. Il motivo è semplice: «Negli ultimi anni, le formule sono state rivoluzionate rendendo possibile qualunque tipo di texture: con la polvere di mica si ottiene l’effetto mat, con oli e cere quello lucido. Abbiamo ovviato anche al problema della scadenza grazie a oli speciali e confezioni airless. L’unico ostacolo è il waterproof: il trucco bio non è resistente all’acqua e deve quindi essere ritoccato di tanto in tanto», spiega Roberto Cingia, responsabile education e trainer Dr. Hauschka. A parte questo, sembrerebbero esserci solo vantaggi: «Consideriamo il make-up come uno step della beauty routine e per questo motivo tutti i cosmetici, oltre a decorare il viso, se ne devono anche prendere cura. La linea make-up Dr. Hauschka esiste dal 1981, è sempre stata formulata a partire da estratti di piante officinali e oggi conta 80 referenze. Nei fondotinta troviamo noce di macadamia e melagrana, nutritivi; nei prodotti occhi l’eufrasia, lenitiva; mentre la rosa, idratante, è alla base dei prodotti labbra». Il clean make-up non è solo salutare, negli anni è diventato anche fashion: «Non abbiamo collezioni stagionali, ma tutti i prodotti possono essere mixati e usati ovunque: per realizzare un rossetto blu, per esempio, basta aggiungere al gloss trasparente un po’ di ombretto blu. I rossetti diventano blush e le matite occhi, matite labbra». Sul canale YouTube del brand tedesco, Karim Sattar, international make-up artist, mostra tecniche di trucco professionale mescolando pigmenti minerali, basi e rossetti per realizzare trucchi cinematografici. A dimostrazione che le risorse della natura sono infinite, anche quando si parla di maquillage.